La lingua siciliana non smette mai di stupirci. Le parole della tradizione riescono sempre a riservarci sorprese, soprattutto quando hanno più di un significato. Prendete, ad esempio, la parola che vogliamo approfondire oggi: “bummolo“. Il bummulu siciliano è, letteralmente, un antico contenitore: un orcio di terracotta che, se fatto ad arte, mantiene fresca la temperatura dell’acqua. L’utilizzo di questi tipico contenitore si basa su un comportamento noto: i liquidi passano allo stato gassoso mediante l’assorbimento di calore. Il materiale del bummolo è permeabile e lascia traspirare in continuazione una certa quantità d’acqua: questa, a contatto con l’aria calda dell’ambiente, si trasforma in vapore. L’assorbimento di calore che ne consegue avviene vicino alla superficie del contenitore che subisce quindi un abbassamento della temperatura sufficiente a mantenere il liquido sempre fresco. Rimane fresco anche se esposto al sole. Fin qui, dunque, è tutto abbastanza chiaro: ma sapete che ci sono anche altri significati?
Il significato di “vaso” si collega a una voce greco-latina legata al termine “bombyla“, che indicava un recipiente. Il “bummularu”, quindi, è tecnicamente chi realizza i vasi. Può capitare, però, di sentire chiamare “bummula” la bombola del gas e “bummularu” colui che provvede a portarla a casa. Un’analogia che potrebbe derivare dal fatto che, in fondo, anche la bombola è un contenitore. E non finisce qui. In alcune parti della Sicilia, infatti, il “bummularu” è il balbuziente. Questa accezione si lega al vocabolo latino “bombus”, che indica il ronzio (l’equivalente del farfugliamento). Ancora: il bummulo è qualcuno un po’ in sovrappeso e i bummuli sono i bernoccoli. Insomma: quando si parla di bummulu siciliano, non si è mai certi di quello con cui si ha a che fare!