I caci figurati sono tipici formaggi siciliani della zona dei Nebrodi e della provincia di Palermo. Come si può intuire dal nome, la loro particolarità risiede nella forma, che riproduce animali come cavalli, galline o cervi. Questa caratteristica li accomuna agli Aiunuzzi, che sono invece tipici dell’Agrigentino. Si tratta di un formaggio a pasta filata, realizzato con latte vaccino.
Questi formaggi vengono descritti dallo storico Antonino Uccello nel suo libro “Bovari, pecorari e curatuli” che ha personalmente raccolto testimonianze di vecchi casari sul mantenimento delle antiche tecniche di produzione.
Nella zona dei Nebrodi è usanza antica la produzione di caci figurati che fecero il loro ingresso ufficiale nella “Mostra etnografica siciliana” di Palermo nel 1892. In Contessa Entellina i casari si specializzarono in piccole opere d’arte plasmando la pasta filata in pregiate figure di cavallucci, cerbiatti e gallinelle.
I caci figurati sono formaggi di latte vaccino a pasta filata. Questi formaggi seguono lo stesso processo di caseificazione della provola dei Nebrodi, da cui differiscono solo dopo la fase della filatura, dove il casaro, in modo artistico plasma con la pasta casearia le diverse figure di animali. In seguito vengono messi in salamoia satura per la salatura.
Le piccole forme riproducono gli animali della cultura agricolo-pastorale come cavalli, bovini ovini e animali da cortile, ma anche animali dei boschi siciliani dei monti Nebrodi come cervi e daini. La sottile crosta è gialla paglierino tendente all’ambrato. La pasta è bianca tendente al paglierino, di consistenza morbida e compatta.
Il sapore è dolce e delicato. Le loro ridotte dimensioni portano a un peso che di solito si aggira sul mezzo chilo. La loro rilevanza in ambito culinario è decorativa e sono usati spesso come doni speciali in occasioni celebrative.