Caflisch, uno storico nome.
- La storia della pasticceria siciliana ha incontrato, con successo quella svizzera.
- A Palermo, il nome Caflisch porta indietro nel tempo.
- Scopriamo insieme un dolcissimo racconto.
Tra la pasticceria svizzera e quella siciliana esiste un dolcissimo legame, fatto di racconti che uniscono luoghi e tradizioni diverse. Il cognome Caflisch in Sicilia fa subito pensare a una celebre pasticceria. Per raccontare di quella pasticceria, bisogna prima fare un passo indietro, partendo da Luigi Caflisch. Nato nel 1791 dal falegname Durisch Caflisch, era molto intraprendente. Partì dall’attuale Canton Grigione alla volta dell’Italia, dove lavorò in una pasticceria livornese. Decise, dunque, di investire i suoi risparmi, creando un’impresa di liquori insieme ad alcuni soci. Aprì locali anche a Roma e subito dopo aver sposato una connazionale, tentò la fortuna a Napoli. Qui si trovavano leccornie di ogni tipo: pasticcini di ogni forma e colore con creme, ma anche chicche francesi anche nel nome, dalle pralines ai fondants, dalle dragees alle langues de chat, arrivano a biscotti e pasticceria secca.
Erano i primi anni del XIX secolo e quella pasticceria si rivelò un ottimo affare. Circa un anno dopo, fu necessario aprire un nuovo negozio, più grande, in una nuova sede, che potesse soddisfare le tante richieste di dolci. Il nome Luigi Caflisch diventò così un vero e proprio marchio, lasciato in eredità tra i principali collaboratori, che hanno aperto succursali a Napoli e, soprattutto, hanno esportato la produzione in varie città italiane, tra cui Palermo e Catania. Ecco, dunque, che siamo arrivati in Sicilia. I Caflisch introdussero modalità di lavorazione fino ad allora sconosciute nella nostra isola. Utilizzavano la sterilizzazione del latte e l’uso del burro, della crema e della panna, elementi quasi sconosciuti fino ad allora dalle nostre parti. Presto i Caffè Caflisch divennero luoghi di incontro di letterati e aristocratici. Si narra che il capolavoro letterario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, abbia visto la luce proprio sui tavolini del Caffe Caflisch di Palermo.