La calendula è una pianta che la nostra amata terra Sicilia coltiva automaticamente.
Essa appartiene alla famiglia delle Asteraceae e comprende più di 12 specie, delle quali la Calendula officinalis è la più conosciuta in assoluto.
Ma perchè si chiama Calendula?
Il nome richiama le tradizioni romane ed infatti è così che i nostri avi la chiamarono, assegnandole l’appellativo di “primo giorno del mese”. Nome che ovviamente non fu dato a caso in quanto la calendula fiorisce una volta al mese durante tutta l’estate.
La varietà officinalis è spesso coltivata a scopo ornamentale, ma esiste anche nella variante inselvatichita dagli 0 ai 600 metri sopra il livello del mare.
Che aspetto ha la calendula?
La calendula è una pianta erbacea a carattere annuale, biennale o perenne (ricordiamo ancora una volta che se ne contano ben 12 variazioni). Il suo fusto è eretto. Le foglie sono tenere e alterne. Il colore dei fiori è cangiante; si va dal giallo vivo al rosso-arancio. Il frutto è rostrato.
Ma cosa contengono i fiori della calendula?
I fiori della calendula contengono degli oli essenziali (si possono annoverare ben 45 sostanze diverse); flavonoidi; triterpenoidi; steroli (sitoterolo, campesterolo, stigmasterolo); carotenoidi; tannini pirogallici.
Calendula come rimedio naturale
I fiori della Calendula officinalis sono utilizzati come rimedio naturale per la cura e la pulizia della pelle. In particolare si adoperava la calendula per curare le ferite con eventuali perdite ematiche o ustioni. Infatti, per via delle proprietà vulnerarie e cicatrizzanti insite nei fiori, si accelerava in qualche modo la guarigione. I romani la usavano anche nel caso di infiammazioni profonde e ferite purulente. I risultati erano buoni (per gli standard di allora). In ogni caso, oggi, alcuni studi hanno evidenziato una certa attività antibiotica dovuta ai flavonoidi e alle saponine contro i batteri Gram-positivi: Staphylococcus aureus e Streptococcus betahaemolyticus.
Ma perchè veniva usata proprio per curare le ferite?
Sembra che i principi attivi della calendula stimolino la produzione di fibrina, azione che si converte in una più rapida chiusura delle ferite ed una più equilibrata idratazione della pelle.
Non dimentichiamo che i fiori contengono parecchi carotenoidi, sostanze chimicamente simili alla vitamina A.
Un’altra azione svolta dalla calendula è quella di stimolatore della secrezione biliare senza alterare significativamente il contenuto di biliurina e colesterolo.
Inoltre i saponosidi, formati dall’unione di residui zuccherini con una molecola non zuccherina detta aglicone, abbassano i livelli di colesterolo e trigliceridi presenti nel circolo ematico, e svolgono anche una azione antiulcera.
I fiori di calendula sembrano pure rinforzare le vene e migliorare il sonno, riuscendo in qualche modo ad abbassare leggermente la pressione arteriosa e riducendo l’attività cardiaca.
In ambito ginecologico, poi, la calendula favorisce la regolarizzazione del ciclo mestruale, attenuando anche i dolori.
Esistono controindicazioni?
No, ma bisogna stare attenti ad eventuali reazioni allergiche incrociate: famiglia Asteraceae/Compositae (es. camomilla).
Autore | Viola Dante;
Foto: Jacopo Werther – Wikipedia