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Arrivata alla Camera la norma che istituisce il prefisso unico per le chiamate commerciali approvata dal Senato il 2 agosto scorso. Il disegno di legge mira a mettere un freno al telemarketing selvaggio: in questo modo tutti i call center diventano immediatamente riconoscibili. Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, "l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni individuerà un codice o prefisso specifico, atto a identificare in modo univoco le chiamate telefoniche finalizzate al compimento di ricerche di mercato e alle attività di pubblicità, di vendita o di comunicazione commerciale".

Se la riconoscibilità per le chiamate commerciali mette al riparo da chiamate indesiderate, questa disposizione "rischia di compromettere l'intero settore, mettendo a rischio 40.000 posti di lavoro e non risolvendo il problema del telemarketing. Il prefisso unico, infatti, se approvato in via definitiva non permetterà alle aziende di contattare direttamente i propri clienti o potenziali tali e saranno costrette a investire su altri canali e forme di vendita. La tutela del consumatore va perseguita senza mettere in repentaglio un intero settore che conta 40.000 operatori, la maggior parte al sud e formato da giovani al di sotto dei 30 anni. Tutto dopo che Assocontact e le associazioni sindacali (Cgil-Cisl-Uil) hanno siglato un accordo prevedendo nuovi strumenti di welfare'',avverte Assocontact, l'associazione che rappresenta le società che gestiscono servizi di contact center.

"La soluzione al problema del cosiddetto telemarketing selvaggio c'è ed è quella prevista dalla proposta di regolamento E-Privacy presentata dalla Commissione europea lo scorso 10 gennaio: il numero identificabile e quindi ricontattabile. Con il prefisso unico, infatti, le chiamate con le proposte commerciali si mischieranno a quelle moleste con un grave danno per il consumatore che vedrà apparire sempre lo stesso numero e non potrà decidere se rispondere o meno", conclude Assocontact.