Il nostro viaggio in Sicilia ci porta oggi alla scoperta di un vero tesoro: il Campanile della Chiesa del Carmine di Marsala. Il convento del Carmine fu realizzato a partire dal 1315, divenendo polo di attrazione e meta di pellegrinaggi in onore della Madonna detta di Trapani. A Marsala, però, non resta alcuna traccia né della chiesa né del monastero carmelitano.
Il campanile, dunque, rappresenta una rarità: non si hanno, in Sicilia Occidentale, molti casi di campanili isolati dal complesso monumentale di cui fanno parte. Era abbastanza famoso nei secoli passati, come racconta il Villabianca nel suo “Delle anticaglie medie e cose più notabili della lilibetana città di Marsala”:
«[…] li meravigliosi monumenti, che dai cittadini conosconsi sotto i titoli volgarmente detti selle sei lettere C, che voglion dire C della Casa cumana, del Campanile, Cona cancherata, Cristo Crocifisso della battaglia, Cava cavata e del C del Collegio concavo».
Il Campanile, ottagonale, ha una scala elicoidale in pietra calcarenitica al centro. Quando suonava “a mortorio” si muoveva, terrorizzando chiunque fosse al suo interno. Per il suo moto oscillatorio era considerato una delle meraviglie del mondo.
La storia del Campanile
Secondo la tradizione riferita dal Genna, inoltre, era una delle torri di guardia di Lilibeo. In merito a questa affermazione, però, bisogna dire che le scoperte degli ultimi anni hanno consentito di verificare con buona approssimazione l’ampiezza dell’antica città punica, il cui perimetro murario era ubicato molto più a sud della torre in esame. Questo fa escludere, per forma e posizione, l’eventualità di riuso di un’antica struttura punico-romana.
Il Villabianca sostiene che nel 1490 il padre Ludovico Petrulla, provinciale dell’ordine carmelitano, acquistò con il contributo del nipote Niccolò, nobile marsalese, il campanile ed alcune case adiacenti alla chiesa, per ampliare e rifondare il complesso. La torre del Carmine sarebbe stata realizzata secondo il Villabianca sull’antica torre nel 1513 dallo stesso Petrulla, morto in realtà nel 1504 come attesa la lapide funeraria originariamente al Carmine e oggi nella Cattedrale.
La data di fondazione della torre, nonostante l’evidente malinteso sull’autore-committente, è perfettamente corretta. La torre, giunta fino a noi nella versione settecentesca, è stilisticamente pertinente il linee generali alla incompiuta torre campanaria della chiesa di S. Domenico a Trapani, anch’essa di impianto ottagonale. Ma già nel 1684 la torre campanaria fu restaurata con il rifacimento delle fondazioni.
Non si possono però attribuire alla fabbrica comprata in precedenza i limiti statici manifestati dalla torre campanaria, poiché se la torre acquistata fosse stata tutt’al più una casa torre, un genere di abitazione di tipo fortificato abbastanza diffuso in Sicilia Occidentale, come la torre De Ballis ad Alcamo, essa sarebbe stata molto solida. Torri del genere sono del tutto scomparse a Marsala, quasi certamente fagocinate in ristrutturazioni barocche.