Un milione e mezzo di euro, a titolo risarcimento, sono stati chiesti al Comune di Canicattì, nell’Agrigentino, dagli eredi dell’ex segretario comunale Italo Di Maria, morto, secondo i familiari, per causa di servizio.
La richiesta della vedova e dei tre figli, residenti a Sommatino, è stata motivata con “lo stress psicofisico accumulato guidando la burocrazia del Comune di Canicattì” che di lì a poco, nel marzo 2004, sarebbe stata decapitata dall’operazione “Alta mafia”.
Di Maria morì nel luglio 2002 mentre si trovava a Palermo nel corridoio del tribunale in attesa di partecipare all’udienza che lo vedeva parte lesa in un processo per calunnia e diffamazione, dove era imputato un consigliere comunale, che fu tra i primi a soccorrerlo. Sulla richiesta dovrà pronunciarsi il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento.