Canicattì per la prima volta partecipa al Festival Internazionale di Poesia “Palabra en el Mundo”, “Parola nel Mondo”, già giunto alla X^ edizione. Il Festival nacque nel 2007 da un’idea del Poeta e giornalista argentino Gabriel Impaglione, direttore della rivista Internazionale di Poesia “Isla Negra”, e del Poeta cileno Tito Alvarado. La rivista ogni anno promuove in centinaia di città del mondo la lettura di poesie dei Poeti locali, per unire idealmente gli Artisti, sollevare le coscienze, diffondere la cultura e inneggiare alla pace.
Nel tardo pomeriggio di ieri, 17 maggio, dalla sala Convegni Rosario Livatino della Badia di Canicattì, si sono sollevate le “voci”, le parole dei poeti canicattinesi (qualcuna dell’hinterland) per unirsi a quelle di altre centinaia di città del mondo, per celebrare la Poesia e diffondere la bellezza, per comunicare emozioni, sentimenti e idee e trasformarle in patrimonio dell’umanità. Un’immensa e corale opera d’arte che ieri ha vibrato e si è diffusa come un’onda in varie città del pianeta. Un’onda che si diffonderà nel mondo per tutto il mese di maggio e la cui eco si spera continui a propagarsi oltre tale evento temporale.
L’evento canicattinese è stato organizzato dal Poeta e Filosofo Domenico Turco, con l’ausilio istituzionale dell’Assessore alla Cultura Chiara Farruggio che ha presentato, condotto la serata e letto i curricula dei Poeti presenti. Il maestro Diego Mantione ha eseguito gli accompagnamenti musicali alle letture delle poesie, mentre l’Avvocato cantante e musicista Giuseppe Di Miceli ha eseguito gli intermezzi musicali del suo repertorio ispirato al meraviglioso connubio tra poesia e musica. Le poesie sono state declamate al leggio, alcune dagli stessi Poeti, e altre dagli attori: Lella Falzone della “Compagnia del Tempo Relativo”, Angelo Ferrante Bannera della Compagnia Teatrale “GAD”, Giuseppe Serio, attore narese, e dalla Poetessa Concetta Monteleone.
Domenico Turco ha aperto l’incontro con un ricordo del Giudice Rosario Livatino, a cui è seguita la lettura della poesia “Rosario e il Drago” ad egli dedicata. La prima parte dell’evento è stata riservata agli “eredi” della Secolare Accademia del Parnaso. I relatori di detti “eredi” sono stati: Domenico Turco che ha ricordato i Poeti Diego e Antonio Puzzangara, a cui è seguita la lettura di una loro rispettiva poesia; Gero La Vecchia per ricordare Angelo La Vecchia, Scrittore e fondatore della Compagnia Teatrale il GAD; e il sottoscritto Angelo Lo Verme, presente anche come Poeta e Scrittore, per ricordare il Poeta e Pittore Giuseppe Leone detto anche Leonino. Giuseppe Di Miceli ha pure cantato “Eva Closter”, una poesia di Leonino dedicata a una sua fiamma giovanile tedesca, quando appunto era emigrato in Germania. “Lu juvu”, una cruda poesia in dialetto canicattinese sul giogo come simbolo della fatica e della miseria della civiltà contadina siciliana del passato, è stata declamata da Angelo Ferrante Bannera.
Dopo sono seguite le letture delle poesie dei Poeti invitati e presenti a “La Parola nel Mondo a Canicattì”, che sono i seguenti: Giuseppe Lauricella, Angelo Lo Verme, Maria La Mattina, Concetta Monteleone, Giuseppe Petix (di Serradifalco) e Domenico Turco. Gli invitati ma assenti, per sconosciuti motivi, sono i seguenti: Mirella Corsaro, Mariastella Filippini, Federico Li Calzi, Lavinia Napoli, Gero Miceli, Vanessa Mirabile e Alberto Petix.
Domenico Turco ha concluso l’evento con il ricordo del fratello Lillo, disegnatore e pittore prematuramente scomparso, anche lui laureato in filosofia. Durante l’emozionante esposizione del fratello venivano proiettati i suoi lavori artistici: disegni e pitture molto originali, che ricordano vagamente le opere del poeta e pittore William Blake. Alcune opere sono molte delicate e poetiche, altre risultano esoteriche e inquietanti.
Concludo riportando una frase che Dostoevskij faceva dire al principe Myskin nel suo romanzo “L’idiota”: “La bellezza salverà il mondo”. Penso che l’ispirazione principale di giornate dedicate alla Poesia come quelle del decennale Festival Internazionale “Palabra en el Mundo”, sia proprio tale speranza. Che cosa altrimenti potrebbe salvarlo?
Angelo Lo Verme