Non è neanche di un mese fa la notizia dell’arresto di un giovane di 25 anni, accusato di essere il piromane di casa Pezzino, ma anche il Sindaco non ci sta.
È scettico Calogero Beringheli, Primo Cittadino di Canneto, una frazione di Caronia, cittadina nel messinese, dal momento che anche lui ha potuto assistere ad uno dei curiosi fenomeni di autocombustione, con i propri occhi.
Incendi inspiegabili, oggetti che prendono fuoco dal nulla, e il problema va avanti ormai da più di dieci anni.
Televisori ed elettrodomestici ‘prendono vita’, dal 2003, scegliendo la via delle fiamme, ma nulla di rilevante è stato scoperto finora, né dai tecnici dell’Enel, né dagli esperti della Protezione Civile, e nemmeno dagli impiegati inviati dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) a casa Pezzino, quest’estate, per installare una centralina e analizzarne i risultati.
Ma molte le ipotesi finora avanzate, che hanno anche coinvolto gli organi del CICAP, ovvero l’ex Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale. Alcuni credono, invece, che questi eventi siano frutto di interferenze tra campi elettromagnetici, o ancora che siano il risultato di una forza magnetica che arrivi dal mare, al largo della costa; altri ancora, infine, avanzano invece l’ipotesi che siano il risultato di una dispersione di energia dall’attigua ferrovia.
A credere che gli incendi fossero di origine dolosa, anche la procura di Mistretta, che nel giugno del 2008 archiviò il caso dichiarando che si trattasse di “fiamme libere e di mano umana”. Nell’estate di quest’anno, nuove indagini sono state avviate e tutt’ora non si conoscono né le cause né gli eventuali responsabili, ma Francesco Mantegna Venerando, Coordinatore regionale del Comitato della Protezione Civile siciliana, è convinto: ritiene che l’origine dei noti fenomeni di autocombustione che hanno reso famosa la cittadina in provincia di Messina, potrebbero essere di competenza militare.
Si sarebbe dovuta creare una rete coerente di indagini, all’atto di presentazione dei primi fenomeni, affinché si potesse scoprire la fonte delle emissioni; una rete che potrebbe funzionare solo se si presupponesse l’origine naturale dei fenomeni; se i roghi fossero infatti non spontanei ma provocati, abbastanza sicuramente i responsabili non li ripeterebbero, per non correre il rischio di essere scoperti, come è accaduto al giovane finito nel mirino degli inquirenti della procura di Patti, lo scorso ottobre.
Secondo Venerando, è possibile dunque che i fenomeni siano di origine militare, e dal momento che la Commissione non ha la possibilità di indagare in quel campo, avanza l’ipotesi di un segreto insabbiato. Eppure alle indagini parteciparono anche alcuni esemplari dell’aeronautica militare; i velivoli effettuarono dei telerilevamenti che permisero di tracciare una direttrice geografica dell’area colpita dai fenomeni.
Intanto gli studi proseguono; in città sono arrivati anche Patrizia Livreri, ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria Elettrica presso l’Università di Palermo, e Nicola Casagli, professore del Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università di Firenze, a completare il nuovo pool di esperti insediato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri all’incirca un mese fa.
Autore | Enrica Bartalotta