Il Capodanno è sempre tempo di bilanci. Si inizia dai risultati compiuti durante l’anno, dai progetti portati a termine e si finisce con ‘i buoni propositi’; ecco i peggior record del 2014 per la Sicilia.
Cosa è stato fatto quest’anno e cosa ancora resta da fare? E poi ancora, quali sono i margini di miglioramento rispetto a quanto già portato a termine? Questo è il resoconto dei fatti rilevanti dell’anno che sta per concludersi, per quanto riguarda tutto ciò che è successo, in negativo, in Sicilia.
1) Quest’anno la Sicilia ha raggiunto un livello record per la disoccupazione
Si è parlato di quasi un 40% che non ha riguardato soltanto i giovani al di sotto dei 29 anni, il dato più allarmante per l’intera Nazione, bensì un po’ tutti i cittadini. Un distacco mai visto rispetto al resto della Penisola. Secondo i dati Istat, i disoccupati d’Italia erano 352mila nel 2013, ovvero il 21% in meno rispetto alle cifre riscontrate sull’Isola per lo stesso periodo.
2) In Sicilia c’è l’università peggiore d’Italia ed è quella di Palermo
Secondo la classifica stilata dall’agenzia U-Multirank, l’ateneo di Palermo è l’ultimo d’Italia. Il progetto, promosso dall’Unione Europea, aveva l’obiettivo di formare il primo piano di valutazione delle università dei Paesi membri. 498 gli atenei presi in esame; 31 quelli italiani. Palermo è dunque finito in fondo alla classifica dopo la Calabria e Parma, sulla base di una serie di requisiti volti a stabilire i livelli di trasmissione del sapere, l’impegno nella ricerca, e tramite i numeri relativi alla mobilità internazionale.
3) La regione detiene il primato del maggior numero di parti ma anche di aborti
Soprattutto tra le minorenni. Palermo guida la classifica con ben 294 parti nel 2012 che coinvolgono neomamme di età compresa tra i 18 e i 19 anni.
Più alti della media nazionale gli aborti nella stessa fascia d’età; contemporaneamente però, e in maniera del tutto inusuale, aumenta anche l’obiezione di coscienza, che sull’Isola raggiunge la percentuale record dell’80.
4) Sull’Isola si trovava anche l’uomo più vecchio del mondo
Non un record negativo ma un record perso. Sì perché con i suoi 111 anni, Arturo Licata, di Enna, era entrato nel Guinness World of Records, spodestando l’uomo che prima di lui aveva raggiunto una età veneranda. In aprile però Arturo ci ha lasciati; chissà se il prossimo ‘nonno del mondo’ sarà siculo.
5) Allo stesso modo, in Sicilia non si trova più neanche il nonno più giovane d’Italia
Soltanto un mese fa a Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, stavano festeggiando Salvatore Pizzo, che con soli 32 anni sulle spalle era diventato il più giovane nonno d’Italia. Solo un giorno fa però quel record è passato al Nord, a Bergamo, dove si trova Giovanni Amato, un aquilano. Ha avuto infatti una figlia a 16 anni; la sua primogenita ha battuto sua madre, partorendo a 15.
6) In Sicilia c’è anche l’uomo che ha lavorato meno in tutta la sua vita
È un medico dell’ospedale Sant’Isidoro di Giarre, in provincia di Catania. Assunto nel 2005, non inizierà a lavorare se non nella primavera del 2009, per un totale di soli 15 giorni di servizio. Il giovane messinese ha infatti vinto una borsa di studio, e una volta rientrato avrebbe chiesto un congedo di paternità. Successivamente però, richiede e ottiene un lungo permesso per malattia e infine vince un’altra borsa di studio, che lo tiene fermo fino al 30 giugno scorso. Ora è in attesa di un dottorato che lo esenterà dal lavoro ospedaliero fino alla fine del 2016; l’Azienda Sanitaria Provinciale sta indagando per capire se non ci siano stati abusi.
Autore | Enrica Bartalotta