Un gioiello di arte bizantina: la Cappella Bonajuto di Catania.
- Fu costruita nel IX secolo poi diventò cappella privata dei Bonajuto, arrivati in Sicilia dalla Spagna.
- Ha una pianta a trifoglio, una copertura con cupola emisferica e un’elegante volta a vela.
- Fu meta dei viaggiatori del Grand Tour e ispirò il pittore francese Jean Houel.
La città di Catania custodisce al suo interno veri e propri gioielli che aspettano solo di essere scoperti. Tra questi, ce n’è uno che si può tranquillamente definire unico nel territorio etneo. Stiamo parlando della Cappella Bonajuto, uno dei rari esempi di architettura bizantina della città. Deve il nome alla famiglia Bonajuto e si pensa sia stata costruita nel IX secolo, come chiesa in onore del SS. Salvatore. In seguito, nel 1300, divenne cappella privata della famiglia Bonajuto, arrivata dalla Spagna. Riuscì a salvarsi dal sisma del 1693, ma lo stesso destino non toccò all’abitazione dei Bonajuto, poi ricostruita nel Settecento. Nel XVIII secolo la cappella fu oggetto di restauri e ristrutturazione.
Il Grand Tour e il presente
Per quanto riguarda le caratteristiche della Cappella Bonajuto, vi sono tracce di affreschi bizantini sulle pareti. Si presenta con una pianta a trifoglio, copertura con cupola emisferica e un’elegante volta a vela. Le sue caratteristiche la resero meta dei viaggiatori del Grand Tour e ispirarono il pittore francese Jean Houel. Proprio a lui è legato un aneddoto molto singolare. Sebbene non potè visitarla, infatti, attraverso le descrizioni e i rilievi fatti eseguire dall’allora intendente alle antichità per la Sicilia orientale, il principe Ignazio Paternò Castello, ne realizzò una accurata rappresentazione. Oggi quella rappresentazione è conservata nel gabinetto delle stampe dell’Hermitage di San Pietroburgo. La cappella Bonajuto è stata restaurata da Paolo Orsi e Sebastiano Agati negli anni Trenta.
Foto di Di Davide Mauro – CC BY-SA 4.0