La Sicilia è ricca di castelli e antichi manieri, testimoni di epoche lontane. Questi maestosi edifici non sono solo monumenti storici, ma veri e propri scrigni di memorie che raccontano storie di un passato glorioso. Ogni castello, con le sue mura robuste e torri imponenti, porta con sé le tracce di diverse dominazioni e culture.
Il 2 maggio per i Castelli siciliani ha segnato l’inizio di una straordinaria avventura con il concorso “Il Castello siciliano dell’anno 2024“. Questo evento itinerante ha portato alla scoperta dei manieri più affascinanti dell’isola, tutti parte del Consorzio Castelli di Sicilia, con l’obiettivo di eleggere il castello preferito dai siciliani. Ieri, martedì 1 luglio, il Castello di Carini ha trionfato, ottenendo ben 23.187 voti.
Uno straordinario successo ottenuto grazie all’impegno del sindaco Giovi Monteleone, insieme agli assessori, all’associazione “Carini città parlante”, allo chef Marcantonio Gallina, al sostegno caloroso di tutti i carinesi e a tutto il pubblico che ha votato.
Questo viaggio ha permesso di scoprire tanti magnifici castelli che hanno partecipato alla competizione: Alcamo, Butera, Castelbuono, Collesano, Erice, Giuliana, Marineo, Mussomeli, Naro, Salemi, Taormina e Vicari. Ogni tappa di questo tour ha offerto un’immersione profonda nella storia e nella leggenda, permettendoci di scoprire territori unici e gustare i loro piatti tradizionali.
Il concorso si è articolato in 13 tappe, ognuna dedicata a un castello diverso, rendendo ogni episodio unico e avvincente, svelando la bellezza di luoghi noti e meno noti.
Una nota particolare merita la baronessa Laura Lanza, sposata con Don Vincenzo La Grua Talamanca e vittima del primo femminicidio documentato della storia. La tragica e affascinante leggenda della Baronessa di Carini ha forse aggiunto un tocco di mistero e fascino al Castello di Carini, contribuendo alla sua vittoria.
Una sfida vinta grazie anche a Chiara Scontrino, producer manager di Castelli di Sicilia, e ai membri del team Gabriele Aiello, Vincenzo Bronzino, Vincenzo Di Girolamo e Samuele Arnone, senza il cui lavoro “Il Castello Siciliano dell’anno 2024” non sarebbe stato così straordinario e curato in ogni dettaglio.
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