Carmen Consoli ha vinto per “L’uomo nero” il premio Amnesty International Italia 2022 nella sezione riservata ai big della canzone italiana. La “cantantessa” catanese è la prima artista a vincere due volte il riconoscimento.
La seconda vittoria della cantautrice siciliana coincide con la ventesima edizione del premio e con la venticinquesima del festival che lo ospita, “Voci per la la Libertà – Una canzone per Amnesty“.
Il brano di Carmen Consoli vincitore, “L’uomo nero”, è contenuto nell’album “Volevo fare la rockstar”. Parla con sarcasmo del sovranismo che porta alle violazioni dei diritti umani. La cantautrice siciliana era già stata vincitrice nel 2010 con il brano “Mio zio” che narrava di abusi sui minori.
La premiazione avverrà domenica 24 luglio a Rosolina Mare, Rovigo. Carmen Consoli, nel frattempo, sarà protagonista sul grande palco del concertone del primo maggio, in piazza San Giovanni, a Roma.
Partirà anche con un tour che la vedrà impegnata con tre formazioni diverse, che cambieranno in funzione delle location che la ospiteranno: “Volevo fare la rockstar TOUR”, “Acustico” e “Femme Fatale”.
La formazione principale sarà quella full band di “Volevo fare la rockstar TOUR“. Includerà sette musicisti, cioè Antonio Marra alla batteria, Marco Siniscalco al basso, Massimo Roccaforte alle chitarre, Adriano Murania al violino, Emilia Belfiore al violino, Concetta Sapienza al clarinetto ed Elena Guerriero al pianoforte.
In alcune occasioni particolari, legate all’atmosfera e alle suggestioni del luogo, Carmen Consoli si esibirà in “Acustico” con il violino di Adriano Murania e le chitarre di Massimo Roccaforte. Per “Femme fatale”, invece, prenderà vita uno straordinario e infuocato duo femminile: chitarra e batteria, con Marina Rei.
Commentando il conferimento del premio, la cantante siciliana ha scritto un lungo post sui social, in cui spiega:
«Alcuni führer tornano dall’inferno trasformando questa terra nel loro e nel nostro inferno. Nella storia si riaffermano personaggi banali ma scaltri, decisionisti arroganti con scarsa inclinazione verso il dubbio e il confronto, sordi alle voci altrui ma con un timbro altisonante nella propria voce, violenti nei gesti e nelle parole.
Tornano e ritornano e il mio ‘uomo nero’ è solo un’invenzione, un esempio ipotetico e patetico, ridicolo e temibile; o almeno che io temo moltissimo. Come continuo a temere il pensiero che i nostri vicini di casa, i nostri coinquilini o anche noi stessi potremmo macchiarci dei crimini più efferati per esserci lasciati scivolare in un tempo senza memoria, incapaci di dare spazio al confronto, alla riflessione e al ricordo, sopraffatti dalla nostra stessa inedia.
E quindi ringrazio sinceramente Amnesty e Voci per la Libertà per questo premio, ma soprattutto li ringrazio per impegnarsi da oltre 60 anni perché – difendendo appassionatamente, sempre e ovunque, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – ci ricordano che tutti gli esseri umani “sono dotati di ragione e coscienza”, sono “liberi e uguali in dignità e diritti” (art.1).»