Le carrube son il frutto dell’omonimo albero sempre verde. Albero che cresce spontaneo nelle nostre terre. Direi che è tipico della Sicilia e può raggiungere la colossale età di 500 anni.
I frutti del carrubo somigliano molto al baccello del fagiolo. Solo che son più grandi e di color marrone scuro.
Sebbene oggi quasi più nessuno tributa il giusto riconoscimento al carrubo, un tempo i suoi doni erano un importantissimo mezzo di sostentamento per uomini e bestiame, quando di farina di grano non se ne sentiva neppure l’odore (il riferimento corre alla seconda guerra mondiale).
Le carrube contengono al loro interno un 34% di zuccheri, un 31% di grassi, un 10% di acqua, un buon 8% di proteine e poi fibre e minerali. I minerali meglio rappresentati sono il potassio, il calcio, il sodio, il fosforo, il magnesio, lo zinco, il selenio ed anche il ferro.
Discreto anche l’apporto di vitamine.
Le più presenti sono quelle del gruppo B ( B1, B2, B3, B5, B6 e B12 ), la vitamina C ed E (ottimi antiossidanti), la K ed il folato.
Le carrube non contengono glutine e quindi possono essere mangiate dai celiachi.
La farina di carrube è un prodotto tipico siciliano.
Essa ha la capacità di assorbire l’acqua e in certi casi si spende bene come antidiarroico, grazie anche all’azione che richiama le tossine che causano le infezioni intestinali (bisogna assumerla nella quantità di 10 cucchiaini da caffè – da prendere nell’arco delle 24 ore – sciolti in acqua tiepida o té.).
La farina di carrube esercita anche una azione antisettica sui batteri patogeni del tratto intestinale e riequilibra la flora batterica.
Ai bambini che soffrivano di forte diarrea la si somministrava tre volte al giorno nelle quantità di due cucchiaini da caffè sciolti in acqua tiepida. Qualora, invece, la diarrea fosse stata leggera, bastava un cucchiaino da caffè sciolto in (100 ml) acqua o latte tiepido, sempre tre volte al giorno.
Molto spesso troviamo la farina di carruba senza saperlo nei preparati ipocalorici venduti come prodotti light o dimagranti (100 gr. di carrube hanno una resa calorica pari a 205 calorie).
Essa, infatti, può essere usata in sostituzione del cacao per fare delle torte, ciambelle, gelati ed altri dolci. Il suo sapore è simile a quello del cioccolato e si sposa armoniosamente con la frutta fresca ed il miele. La farina di carrube si può utilizzare anche in aggiunta al grano duro per preparare la pasta, ma qui ci occorrerebbe l’aiuto di qualche brava massaia: tagliatelle, gnocchi, ravioli e risotti (insomma tutta roba buona!).
Non capisco proprio come abbiamo potuto perdere l’uso di un alimento che potremmo vendere a peso d’oro.
Pensate ad esempio al fatto che le carrube non contengono sostanze psicoattive e quindi le si potrebbe usare per sostituire il cioccolato per coloro che soffrono di problemi di allergia ed intolleranza alimentare verso quest’ultimo.
I nostri nonni, inoltre, con la polpa delle carrube preparavano una bevanda simile al tè con la quale si curava il raffreddore, la tosse e l’influenza.
La coltivazione del carrubo attualmente 2013 è limitato solo alla Sicilia.
Le specie più diffuse sono la Morescana, la Racemosa, la Saccarata, la Latinissima e la Falcata.
Dovremmo potenziarne l’uso e renderla un prodotto più commerciale.
Chi volesse coltivare qualche albero nel proprio giardino deve sapere che il seme va piantato ad ottobre o in primavera. Non c’è bisogno di molta acqua. Meglio se la pianta è esposta al sole e in zone miti. La temperatura non deve scendere sotto lo zero.
Le carrube crescono durante la primavera e il frutto arriva a completa maturazione a fine estate.
I fiori impiegano quasi un anno per trasformarsi in frutti maturi.
Raccoglietele ancora morbide, perchè una volta seccate dal sole, saranno buone solo per farci i rosari. Almeno era questo che una volta facevano le suore.
Oggi però l’industria cosmetica si è molto avvicinata ai semi di carrubo.
Essi contengono molte mucillagini (circa 60%) principalmente costituite da galattomannani. Quest’ultimi sono polisaccaridi idrofili in grado di conferire alla pelle elasticità e idratazione.
Assorbendo notevoli quantità di acqua, sono capaci di generare gel che, una volta applicati sulla pelle, formano un film sottile, trasparente e con ph isoepidermico in grado di cedere acqua alla pelle qualora ne avesse bisogno.
Altri studi invece si sono concentrati sull’attività che l’uso protratto nel tempo di semi di carrubo produrrebbe sui solchi della pelle, riducendone la rugosità.
Ecco perchè il carrubo è una risorsa anche per l’industria cosmetica che voglia realizzare prodotti ad azione idratante, rigenerante e levigante della pelle. In particolare per pelli mature e pelli secche, delicate e facili all’arrossamento.