La Sicilia è una terra poliedrica. Accanto a millenni di storia si trovano luoghi nati in tempi recenti, che esplorano l’arte a 360 gradi. Espressioni di creatività che si integrano perfettamente con il retaggio dei luoghi in cui sorgono: li colorano, li rendono ancora più particolari e fanno volare con la fantasia verso altre città e Paesi lontani. La Casa Lombardo di Mazara del Vallo è uno di quei luoghi. Mazara, in provincia di Trapani, parla mille lingue e ha tutte le anime dei popoli che vi si sono fermati: Fenici, Cartaginesi, Arabi, Normanni. Siciliani. La città regia di Mazara del Vallo nel 1097 ospitò persino il primo Parlamento di Sicilia. L’imponente cattedrale sorse su un’antica moschea, divenne un tempio barocco e si vestì da nobile signora. Lei protegge l’antica Kasbah con le sue stradine strette che sembrano sgusciare via come serpentelli verso i cortili. Tunisi è a neanche 200 chilometri, il profumo del cous cous si confonde, l’aria è dolce e sa di spezie. E non dimentichiamo la città barocca, che ama meravigliare, con gli altari di Gagini che si confondono con i reperti fenici. Non stupisce, dunque, trovare un luogo come quello che raccontiamo oggi.
A un certo punto della sua vita, Emmanuele Lombardo ha deciso di lasciare il lavoro da agente di viaggio, per riconquistare la sua libertà. Insieme alla moglie Francesca, architetto, e alla figlia Tania, ha trasformato la villa di famiglia in una sorta di casa museo. Un cantiere aperto, casual, pop, una sorta di Biennale di Venezia in piccolo. Emmanuele crea en plein air le sue sculture che fanno pensare alla Spagna di Gaudì, Francesca disegna e realizza mobili e suppellettili. Tania appende le sue tele. Intorno alla villa ci sono i viali dedicati a nomi famosi: piazzetta Beethoven, ingresso Ludovico Corrao, largo Prassitele, pagoda Pirandello, passaggio Socrate, pagoda Salvator Dalì, rua Joan Mirò, viale Anton Gaudì. Tra installazioni e sculture in vetro, ferro e vasi in ceramica, Casa Lombardo è proprio un labirinto dell’immaginario.
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