Dalla foto di Garibaldi a quella dei Reali d’Inghilterra, da Auguste Lumière al primo scatto del Football club che sarebbe diventato il Palermo calcio
Apparecchi fotografici d’epoca, albumine, autochrome, dagherrotipi. Storie di patrioti, eleganti borghesi, reali stranieri e antichi monumenti: dove e quando visitare la mostra a Palermo in occasione del Festival il Genio di Palermo organizzato da Le Vie dei Tesori.
Il nume protettore di Palermo, l’“antenato” laico di Santa Rosalia le cui origini affondano in epoca antichissima, il Genio di Palermo, un vecchio austero che ha ai piedi un cane simbolo di fedeltà e, avvinghiato a un braccio, un serpente emblema di continua rinascita. A lui è dedicata l’edizione primaverile del Festival Le Vie dei Tesori, organizzato insieme con l’Università di Palermo. Genio come figura identitaria della città, da rintracciare tra strade, palazzi, fontane, ma anche, in senso esteso, come parola che indica talento, capacità di intuizione e di innovazione di cui l’Università vuole essere incubatore e lievito.
La storia di quattro generazioni di geniali fotografi sarà visitabile nei due prossimi fine settimana a Palermo. Era il 1907 e a Palermo sbarcava Auguste Lumière che con il fratello Louis aveva brevettato 12 anni prima il cinématographe: Auguste era già da tempo in contatto con Giuseppe Incorpora, con cui discuteva per iscritto delle possibilità dell’Autochrome da poco messo in commercio, il primo procedimento di fotografia a colori che rimase in
auge fino al primo rullino a colori Kodachrome.
Auguste Lumière arrivò quindi in via Cavour dove aveva sede la Real Fotografia Cav. Giuseppe Incorpora: le foto di questa storica visita, scattate dal figlio di Giuseppe Incorpora, Francesco, e alcune prove del nuovo procedimento a colori, sono ancora in perfetto stato e formano unodei tanti cuori del percorso della Casa museo della fotografia “Matilde Incorpora”(via Garibaldi 84) che per la prima volta ha aperto le porte al pubblico sabato scorso per Il Genio di Palermo, il festival dedicato alla creatività e alla genialità, organizzato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori con l’Università di Palermo – che per tre fine settimana propone le visite a 14 luoghi, 14 esperienze e 22 passeggiate.
Nei prossimi due weekend – sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30, coupon sul sito www.leviedeitesori.com – sarà possibile scoprire gli Incorpora, quattro generazioni di geniali fotografi attivi a Palermo tra il 1860 e il 1941. Tutto nasce dalla caparbietà di Matilde Incorpora e del figlio Raffaele La Franca che hanno ricostruito la storia di famiglia, a partire dal fortuito ritrovamento nel 1973 di un baule che conteneva ciò che si era salvato dalla distruzione della “loggia” Incorpora sotto le bombe alleate del 9 maggio 1943. Matilde, anch’essa fotografa di quinta generazione, sulla base di immagini, documenti e cimeli scampati al bombardamento, studia la storia dei quattro Incorpora, Giuseppe, Francesco, Giovanni e Giuseppe jr,
suo nonno.
Il risultato è questa casa museo intitolata a Matilde – scomparsa a novembre scorso – che Raffaele ha completato con l’aiuto di Achille Roberto Porcasi e Michele Di Dio. E’ un racconto fuori dal tempo di una dinastia di professionisti all’avanguardia, dalla cui “loggia” passarono i bei nomi della Palermo Felicissima, e non solo.
Tra i pezzi più rari, appunto, l’Autochrome dei Lumière e di Giuseppe Incorpora con la moglie Rosina Pagano. Che è già un personaggio: sorella del patriota Salvatore Pagano, era talmente elegante che quando Luchino Visconti girò il Gattopardo nel 1964, i costumisti si recarono dal nipote Giuseppe jr per chiedere le foto dei suoi abiti. E ancora, sono esposti nella Casa museo, apparecchi fotografici, banchi ottici, alambicchi, dagherrotipi su lastra placcata in argento, albumine, i ritratti in studio su fondali dipinti a mano, alcuni ritoccati a colori; e i famosi taccuini su cui gli Incorpora annotavano procedimenti, incontri, curiosità, persino ricette – il capostipite Giuseppe era un appassionato di cucina e vergata a mano, ecco la ricetta originale della caponata e quella di una sorta di polpetta schiacciata che altro non è che il bisnonno dell’hamburger.
Poi la città che cambia, il Teatro Massimo elegante e solitario tra le carrozze di fine ‘800, il Castello a Mare con l’intero isolato che si allargava sulla baia,
distrutto nel 1922 dal Governo fascista a scariche di dinamite per far posto alla nuova Dogana. E i ritratti, primo fra tutti quello autografato di Giuseppe Garibaldi (1860): fu il patriota Salvatore Pagano ad accreditare il cognato Giuseppe Incorpora che così fu ricevuto nell’appartamento del generale a Porta Nuova, e scattò la foto. Ecco anche Francesco Crispi (1898), il grande fotografo francese Eugène Sevaistre (1885), i Reali d’Inghilterra, Edoardo VII e Alessandra di Danimarca (1907), persino la prima foto ufficiale del Football club, che poi sarebbe diventato il Palermo Calcio, datata 1900.