Caso Loris, nuovi spunti dopo l'interrogatorio in carcere a Veronica Panarello. A parlare è Francesco Villardita, il legale della donna, che ai microfoni di "Mattino Cinque" ha illustrato il presunto movente dell'infanticidio.
"Il piccolo Loris, secondo il racconto della signora Panarello, aveva scoperto la relazione tra il nonno paterno e sua mamma. Aveva visto quello che non doveva vedere circa una settimana prima del delitto, e minacciava di raccontare tutto al suo papà – racconta Villardita – Inizialmente Veronica aveva rimosso l'accaduto, ricordando parte di verità quando si recò in cimitero dal figlio; in secondo luogo perché non era facile ammettere questi fatti, e perché aveva timore per l'incolumità del figlio più piccolo".
Il penalista prosegue: "Nell'interrogatorio Veronica non si sarebbe soffermata sui presunti abusi del suocero a Loris ("vicenda rimasta in ombra", ha detto) di cui avrebbe avuto sentore a fronte di alcuni atteggiamenti di Loris, che ultimamente non voleva più uscire insieme al nonno. Ora dovremo trovare risconti oggettivi di quanto da lei asserito, faremo tutte le verifiche necessarie".
Confermato anche l'invio in carcere a Veronica di una lettera con dei soldi (80 euro) inviatale da Andrea Stival, suo suocero, che si firma "papà Andrea". Una missiva custodita dalla detenuta di cui nessuno conoscerebbe il contenuto, e che certamente sarà vagliata dagli inquirenti.
Veronica Panarello parlò di quella busta in carcere al padre, dicendogli di riferire ad Andrea Stival che "lei non è in vendita", ha concluso Francesco Villardita. "Quella lettera per lei era un invito a continuare a tacere e a non rivelare del suo coinvolgimento nell'omicidio di Loris", la chiosa dell'avvocato.