L’albero è parte del cosiddetto Bosco del Carpineto, e nei suoi secoli di permanenza sul suolo, è stato studiato da diversi botanici e visitato da molti personaggi illustri, come ad esempio lo scienziato Patrick Brydone, che lo inserì all’interno del suo ‘Grand Tour’, o del pittore e scultore francese Jean-Pierre Houel, che nel Settecento non solo lo descrisse, ma lo dipinse anche. Nell’opera di Houel è chiaramente visibile una casa che si nasconde sotto le fonde dell’albero millenario. La sua storia si fonde infatti con la leggenda secondo cui, una misteriosa regina vi prese rifugio assieme ai suoi cento cavalieri con rispettivi destrieri, a seguito di un violento temporale.
Si suppone che la regina fosse Giovanna d’Aragona, mentre secondo alcuni era l’imperatrice Isabella d’Inghilterra, terza moglie di Federico II. Altri ancora hanno sostenuto si trattasse di Giovanna I d’Angiò, la cui storia verrà collegata poi all’insurrezione del Vespro (XIV-XV secolo), anche se le documentazioni storiche affermano che è quasi certo che la regina non fu mai in Sicilia.
Traendo spunto dalla leggenda, alcuni poeti ne cantarono la storia, fra cui Giuseppe Borrello e Giuseppe Villaroel, tra i maggiori poeti dialettali catanesi del XIX secolo, e Carlo Parini.
Il fondo dove sorge il castagno era di proprietà di alcune famiglie nobiliari dell’area. Nel 1965, l’albero fu espropriato e dichiarato monumento nazionale ma fu solo nel 1982 che il Corpo forestale dello Stato lo inserì tra i 22.000 alberi di notevole interesse del ‘Patrimonio Italiano dei Monumenti Verdi’, e tra i soli 150 di eccezionale valore storico o monumentale.
Il castagno misura circa 22 metri di circonferenza, per 22 d’altezza. Si presenta costituito da tre fusti, rispettivamente di 13, 20 e 21 metri. Negli ultimi anni, il libro dei Guinness dei primati ha definito questo castagno come l’albero più grande esistente al mondo; in base ai risultati ottenuti dallo studio del DNA, si è venuti a conoscenza del fatto che potrebbe avere la più grande circonferenza, ed essere dunque anche più grande del cipresso secolare del Messico, largo 38 metri.
Nelle sue prossimità, a circa quattrocento metri, si trova un altro castagno secolare, il Castagno Nave (chiamato anche Castagno S. Agata o ‘Arrusbigghiasonnu’, forse per via del cinguettio degli uccelli che ne animano le fronde). Questo castagno sarebbe, secondo alcuni studi, il secondo per antichità e grandezza in Italia. La sua circonferenza è di 20 metri, ed è alto 19.
Sempre nel versante orientale dell’Etna, nel territorio di Zafferana Etnea, si trova un leccio di 700 anni d’età; inserito insieme al Castagno dei Cento Cavalli nella leggendaria lista dei 150 alberi che il Corpo Forestale dello Stato ritiene come di ‘eccezionale valore storico e monumentale’, l’Ilice di Carrinu è alto 19 metri e largo 4.
Il castagno è uno degli alberi che compongono la macchia mediterranea caratteristica di Sicilia. Appena raccolti, i frutti vengono sbucciati, fatti arrosto o bolliti. Ottobre è il mese della castagna, infatti a Petralia Sottana, all’interno del complesso delle Madonie, nel 2002 si è offerta una distribuzione gratuita del tipico frutto. E per festeggiarne la raccolta annuale, il comune di San Salvatore di Fitalia (in provincia di Messina) organizza una sagra con degustazione dei prodotti derivati dal rinomato frutto: dalle tagliatelle alla zuppa con porcini, fino ovviamente alle caldarroste e ai dolci a base di castagna. Nell’ambito del tour storico-culturale del comune di Montagnareale (sempre in provincia di Messina), il 26 ottobre verranno offerte caldarroste e altri prodotti tipici della zona come il miele, i liquori, pane e torte di castagne.
Autore | Enrica Bartalotta