Casteldaccia ha vissuto una serata indimenticabile sabato 28 settembre, quando piazza Matrice si è trasformata in un palcoscenico di festa per celebrare i 200 anni di Vini Corvo, una delle più iconiche cantine siciliane. Sotto l’imponente Castello Corvo Duca di Salaparuta, luogo simbolo di questo glorioso marchio, la comunità e numerosi visitatori si sono uniti per festeggiare un evento che ha unito passato e futuro in una cornice di arte, musica e, naturalmente, eccellenze enogastronomiche.
L’atmosfera è stata resa ancor più speciale dalle performance artistiche e musicali che hanno animato la serata. Il Maestro di Cerimonie Roberto Lipari ha saputo conquistare il pubblico con la sua ironia e il suo stile inconfondibile, guidando i presenti in un viaggio alla scoperta dell’eredità e del futuro di Corvo. Lipari ha regalato momenti di puro divertimento con un monologo scritto appositamente per l’occasione, sottolineando l’importanza di un marchio che da due secoli racconta la storia della Sicilia attraverso i suoi vini.
L’evento, dal tema “Taste the past, toast to the future”, ha visto esibirsi una serie di artisti locali in spazi illuminati con eleganza e creatività. La folk band Ponente & The Vito Movement ha reinterpretato la musica tradizionale siciliana in chiave moderna, mentre la Banda e i Tamburi di Casteldaccia hanno rievocato le atmosfere delle antiche sagre popolari. La serata si è conclusa con le sonorità elettroniche del DJ Riccardo Piparo, che ha fatto ballare i presenti tra un calice e l’altro.
Non sono mancate le installazioni artistiche di Domenico Pellegrino e un suggestivo video mapping che ha raccontato la storia di Corvo, dalle origini alla modernità, proiettato sugli antichi muri del Castello.
Alla serata era presente anche Roberto Magnisi, direttore delle Cantine Corvo, che ha espresso il suo orgoglio per questo importante traguardo. “Corvo è una storia di coraggio e tradizione. Celebrare le 200 vendemmie qui, a Casteldaccia, significa rendere omaggio a una terra che ha dato vita a una delle storie enoiche più affascinanti d’Italia”, ha dichiarato Magnisi. “Il nostro obiettivo è quello di continuare a osare e rinnovarci, senza perdere mai di vista i nostri valori di appartenenza territoriale e storicità”.
Nel cuore della festa, naturalmente, i veri protagonisti sono stati i vini Corvo. Presso gli stand dedicati, i visitatori hanno potuto degustare le etichette più iconiche della cantina: dal classico Corvo Rosso 2022 al Corvo Bianco 2023, fino al prestigioso Nero D’Avola riserva 2020 DOC Sicilia. Accanto ai vini, le eccellenze dello street food siciliano hanno completato un’esperienza sensoriale unica, rendendo omaggio alla ricchezza della cucina locale.
Claudia Guarino, Global Brand Manager Wine Division dell’azienda, ha sottolineato l’importanza di questo evento come punto di partenza per il futuro: “In quest’anno così speciale, celebriamo non solo il passato, ma anche la capacità di Corvo di reinventarsi. Le nostre radici sono ben piantate qui, a Casteldaccia, ma il nostro sguardo è rivolto al futuro”.
Vini Corvo è sinonimo di Sicilia da due secoli. Fondata nel 1824 dal Principe Giuseppe Alliata di Villafranca, la cantina ha visto le sue prime vendemmie proprio nei vigneti della Valle Corvo di Casteldaccia, creando quei vini che sarebbero diventati simbolo della tradizione vitivinicola siciliana: il Corvo Bianco e il Corvo Rosso. Da allora, la storia di Corvo si è intrecciata con quella dell’isola, attraversando il tempo con uno spirito di innovazione che non ha mai tradito le sue origini.
Oggi, l’azienda si è proiettata in una nuova era grazie all’acquisizione da parte di Illva di Saronno, avvenuta nel 2001, che ha portato una ventata di novità con un nuovo sito e una comunicazione moderna, senza perdere mai di vista i valori di autenticità e appartenenza territoriale.
L’evento del 28 settembre non è stato solo una celebrazione, ma anche un punto di partenza per una nuova fase nella storia di Corvo. La cantina, che produce circa sette milioni di bottiglie all’anno, guarda ora alle nuove generazioni, puntando su una comunicazione che rispecchia lo stile di vita contemporaneo senza rinunciare alla propria identità. “Corvo è un simbolo di convivialità, di incontri e di storie condivise”, ha concluso Magnisi. “Il nostro obiettivo è continuare a portare avanti questa tradizione, rinnovandola ad ogni vendemmia”.