Poco distante dal centro abitato di Lentini è possibile ammirare i ruderi del Castellaccio (Castrum Vetus), un edificio realizzato seguendo la forma della rupe calcarea su cui poggia. Si trova al centro di un sistema fortificato, che comprende a nord-ovest il colle Tirone e a sud-est il colle Lastrichello. Due profondi fossati dividono la fortezza dalle due alture. Sui lati nord e sud le mura a strapiombo isolano l’intero complesso dalla Valle del Crocifisso e dalla Valle di San Mauro. Le prime informazioni riguardanti il castello medievale sono risalenti all’epoca normanna. Nel corso dei tempi il Castellaccio di Lentini ha subito diversi interventi, che si possono ricostruire grazie ad alcune preziosi fonti. Scopriamo insieme la sua storia.
Tra le testimonianze più preziose vi sono quelle di Ugo Falcando, che ci parla del terremoto del 1169 che devastò il paese, e quelle di Edrisi. Da quest’ultimo si apprendono notizie riguardo ad una roccaforte di epoca normanna: con molta probabilità sorgeva dove oggi possiamo vedere i resti dell’esteso complesso edilizio che venne restaurato poi da Federico II durante la prima metà del XII secolo. Dopo Federico il castello è stato roccaforte e prigione di personaggi celebri. Ha subito continue ristrutturazioni e ampliamenti per riparare ai danni dovuti alle battaglie militari e catastrofi naturali (secondo gli storici Lentini venne colpita da un altro terremoto nel 1542). Il 1693 è la data del gravissimo terremoto che rase al suolo intere città come Catania e colpì anche Lentini: il Castellaccio ne uscì devastato e nonostante i vari restauri era troppo danneggiato e quindi venne abbandonato. Adesso che ne conosciamo la storia, vogliamo rivelarvi due interessanti curiosità.
L’architetto di Federico II, Riccardo da Lentini, progettò il castello seguendo le forme della rupe, ma non solo. Riadattò i resti di un precedente insediamento greco: sui resti poggiano i conci dei muri e, in alcune parti, sono anche stati inglobati tra i conci. All’interno del parco archeologico del Castellaccio di Lentini si può ammirare anche il cosiddetto “Oratorio di Santa Lucia”. Si tratta di una caverna usata dalle suore tra il XII ed il XIV secolo come luogo di culto. Vi sono ancora i resti degli scalini d’entrata dell’epoca, una sepoltura scavata nel pavimento ed un preziosissimo ciclo di affreschi risalenti al XIV secolo. Tra di essi spiccano quelli di Santa Lucia, di un Cristo Pantocratore, di un santo barbuto (forse San Nicola), di una Mater Domini e di un santo a cavallo (forse San Giorgio). Si tratta di preziosi esempi di pittura rupestre. Dopo le curiosità, è il momento di scoprire cosa vedere nel Castellaccio di Lentini.
Il Castellaccio sorge al centro di un sistema fortificato non solo artificiale, ma anche naturale. Dei suoi quattro lati, quello meridionale ha conosciuto meno degli altri la mano dell’uomo, poiché presenta un muro difensivo quasi naturale. L’edificio probabilmente aveva una cinta muraria a forma di parallelepipedo. Si possono ancora vedere alcune parti della cinta. Nel fronte occidentale non vi sono opere di difesa propriamente dette, poiché la rupe è già una difesa: la parete è alta 20 metri. Sempre sul fronte occidentale vi sono tracce di un grande muro con una interruzione, forse l’ingresso. Il fronte settentrionale è in pessime condizioni, anche a causa di diverse frane che hanno danneggiato o abbattuto le cinte murarie.
Molto interessante è anche il sotterraneo del castello, la cosiddetta “sala ipogea“. L’entrata è coperta con una volta a botte, mentre la sala, di pianta regolare, è formata da quattro semipilastri che dovrebbero reggere la volta, anche se la sala è troppo in basso e quindi non è sicuro che quei semipilastri abbiano una funzione di reggenza o siano solo di abbellimento. Sfortunatamente il pavimento è andato perduto. La camera presenta delle feritoie che si pensa abbia la funzione di far entrare l’aria. Si pensa che fosse a collegata da cunicoli segreti a delle grotte che si trovano alla base del Castellaccio di Lentini, fra cui, la più famosa, “Caverna delle palle“. Si possono notare, uno vicino all’ingresso della sala e uno vicino al muro settentrionale, due cisterne per l’approvvigionamento dell’acqua.
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