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I fasti del passato nel Castello della Baronessa di Poira.

  • Lungo la strada che conduce da Paternò a Centuripe si scorgono i resti di un antico maniero.
  • Il Castello di Poira è stato sede di una masseria fino alla fine del secolo scorso.
  • Ecco la sua storia.

Il territorio siciliano è ricco di antichi ruderi e testimonianze del passato che ci permettono di conoscere meglio la storia dei territori. Oggi facciamo tappa a Paternò, in provincia di Catania, per conoscere da vicino il Castello della Baronessa di Poira. Si tratta di un antico edificio, oggi in rovina, lungo la strada che conduce da Paternò a Centuripe. Fino alla fine del XX secolo è stato sede di una masseria fino alla fine dello scorso secolo. Si tratta di un imponente complesso edilizio costituito da quattro grandi corpi di fabbrica con funzione abitativa, di magazzino, di riparo per gli animali e religiosa. Ma perché vogliamo raccontarvi della sua storia? Per scoprirlo, dovete proseguire con la lettura.

La storia del Castello

Il Castello di contrada Poira fu probabilmente edificato in età medievale sui resti di antico centro abitato dai Siculi. In età moderna fu residenza dei baroni Spitaleri di Adernò, proprietari del feudo di Poira. Qui, alla fine dell’Ottocento si verificò il “sequestro Spitaleri” ad opera della Banda Maurina, un gruppo di briganti attivo nelle campagne del Catanese e del Messinese. I membri della banda assaltarono il castello del barone Spitaleri, per la cui incolumità la banda chiese ed ottenne 50.000 lire. I briganti fecero comunque irruzione nel castello depredandolo, per poi fuggire. Dell’antico edificio oggi rimangono alcuni resti. Si possono ancora vedere tracce della doppia cinta muraria, le feritoie, le finestre strombate, l’enorme cisterna, la cappella e una stanza con i camini. Il sito è stato, purtroppo, abbandonato e saccheggiato.

Il Castello della Baronessa di Poira si trova in un sito molto importante dal punto di vista archeologico. Sulla collina di Poira, nel 1995, la Sopraintendenza ai beni culturali di Catania ha portato alla luce una necropoli ellenistica con tombe del VI e V secolo a.C., contenenti all’interno vasellami di vario stile. Poco lontana c’è la “grotta degli Schiavi“, probabilmente un  Ergastulum romano, dove, al termine del lavoro, venivano posti gli schiavi e incatenato chi si ribellava ai lavori imposti.

Foto di Rosario Balsamo

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