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Alla scoperta del sollazzo del Re.

  • Castello della Cuba, architetture sognanti del Genoardo.
  • Una struttura squadrata che racchiude una storia affascinante.
  • Un tempo era uno dei “sollazzi” nel parco che circondava il Palazzo Reale.

La città di Palermo è un racconto senza fine. Ogni edificio, ogni strada, ogni luogo ha qualcosa da riferire, storie affascinanti che arrivano direttamente dal passato. Oggi abbiamo pensato di fare una sosta in un palazzo straordinario. L’uso originale della struttura era quello di “padiglione di delizie“, cioè un luogo in cui il re e la corte potevano trascorrere ore piacevoli al fresco. Il Castello della Cuba deve il suo nome all’arabo “Qubba”, cioè cupola. Fu costruito nel 1180, per volontà del re Guglielmo II, al centro dell’ampio Genoardo (dall’arabo “Jannatt al-ard”, ovvero “paradiso in Terra”). Questo era il grande parco che circondava il Palazzo dei Normanni. Ancora oggi, visitandolo, ci si sente un po’ come in un antico libro di racconti, circondati da un’incanto dall’anima antica. Nei fine settimana di luglio e agosto, grazie al Festival RestART, il castello sarà eccezionalmente aperto alle visite in notturna: un’occasione da non perdere (info qui o nel box alla fine dell’articolo).

Castello della Cuba un incanto per il relax

Come abbiamo anticipato, in origine questo castello era un luogo destinato al relax, per trascorrere ore al fresco. Le stampe dell’epoca ce lo dipingono come circondato dall’acqua: un dettaglio, questo, che amplificava notevolmente la sensazione di ristoro. La forma dell’edificio è rettangolare: al centro di ogni lato ci sono quattro corpi a forma di torre. Il corpo più sporgente era l’unico accesso al palazzo dalla terraferma. Nei muri esterni troviamo ornamenti con arcate ogivali, mentre nella parte inferiore si aprono alcune finestre, separate da pilastrini in muratura. Per esigenze climatiche, le mura sono spesse. La presenza di poche finestre ha sempre offerto una maggiore resistenza al calore del sole. Entriamo dunque in questo antico sollazzo.

L’interno del Castello della Cuba era diviso in tre ambienti, allineati e comunicanti tra loro. Al centro si ammirano ancora i resti di una fontana in marmo, un elemento tipico delle costruzioni arabe, che serviva a rinfrescare l’aria. Dai dettagli emerge ancora di più la funzione di questo edificio, pensato proprio per fornire il massimo ristoro dalla canicola. La sala centrale era abbellita da “muqarnas“, cioè una soluzione architettonica e ornamentale simile a una mezza cupola, caratterizzante lo stile arabo. Ancora oggi si possono ammirare. Il castello porta con sé non poche curiosità. Pensate che, proprio qui, Boccaccio ambientò una novella del suo “Decameron”. Nel racconto si narra la vicenda d’amore d’amore tra Gian di Procida e Restituta, una ragazza bellissima rapita per offrirla in dono al re Federico II d’Aragona. Foto:
Matthias Süßen –  CC Attribution-Share Alike 4.0 International.

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