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Un tuffo nel passato al Castello di Adrano.

  • L’edificio normanno sorse nel XI secolo, ma visitarlo ci porta ancora più indietro nel tempo.
  • Al suo interno, infatti, c’è un Museo Regionale con tanti reperti archeologici.
  • Così, si può fare un “doppio” viaggio nella storia della Sicilia.

Continuiamo a conoscere la Sicilia e i suoi castelli facendo tappa ad Adrano, in provincia di Catania. Uno dei simboli indiscussi di questo luogo è il suo castello, una torre eretta sotto il Conte Ruggero I di Sicilia, nel XI secolo. Il castello di cui la torre faceva parte apparteneva, insieme a quelli di Paternò e Motta, a un sistema difensivo di età normanna, destinato al controllo della Valle del Simeto, ma non solo. Serviva anche ad avere controllo di  Catania e dei passi che portavano a Troina, Regalbuto e Randazzo. Partendo da questo dettaglio, può essere messo in relazione con il Ponte dei Saraceni. Vediamo, dunque, quali sono le caratteristiche del Castello di Adrano e cosa lo rende ancora affascinante.

Adrano, la storia del Castello

Il Castello di Adrano si trova nella odierna piazza Umberto, in un’area già occupata da una torre di difesa di età greca. L’originaria costruzione, dunque, si dovrebbe agli Arabi. Di quella costruzione sussistono testimonianze come le due porte del pianterreno, che mettono in comunicazione i due vasti ambienti con archi ogivali realizzati con conci di pietra pomice. La data 1000, incisa nello stipite della seconda porta, documenta con molta probabilità il completamento del piano terra. L’edificio sorse come avamposto fortificato per la conquista della piana della città di Catania. Ha un’altezza di circa 34 metri e una pianta quadrilatera con una mole massiccia e con contrafforti angolari in conci lavici.

Ai lati della scala d’ingresso due leoni di pietra lavica sostengono gli stemmi delle famiglie Moncada e Sclafani. Gli archi ogivali sono in puro stile islamico ma la tipologia, la struttura, la tecnica costruttiva dell’edificio restano normanni, inclusa la torre. Il sisma del 1600 fece crollare tutti i soffitti in legno ed il castello da allora rimase disabitato ed esposto alle intemperie che, col passare dei secoli, hanno deteriorato l’interno dei saloni, asportando intonaci e stucchi. Al primo piano è rimasta miracolosamente intatta una cappella con i capitelli che sorreggono la volta a croce e, in una stanza vicina, l’antico fonte battesimale. La cappella è stata ricavata nello spessore murario della parete di levante. È riccamente ornata da costoloni modanati a crociera, posti su pilastri a sezione semicircolare, da capitelli e da chiave scultoria agli incroci.

Le trasformazioni del Castello e il Museo di Adrano

Il castello subì diverse trasformazioni: fu abitazione per nobili famiglie aragonesi poi sede di un carcere. Nel 1958, a seguito dell’acquisto da parte del Comune, è stato istituito il Museo e la fortificazione, restaurata, è tornata ad essere l’attrazione principale della città. Nei diversi piani del castello vi sono reperti archeologici che ci raccontano una storia plurimillenaria. Nel museo ci sono anche diversi reperti archeologici della metà del II millennio a.C., che raccontano l’evoluzione nella creazione di anfore, coppe ed altri oggetti da parte degli abitanti locali. Attraverso la ricostruzione della civiltà millenaria dei luoghi simetini è possibile meglio capire la storia dell’intera Sicilia. Nel castello vi sono anche reperti di epoca romana e c’è uno spazio all’ultimo piano dedicato all’arte moderna. Il Castello di Adrano ha delle notevoli similitudini con i dongioni normanni in terra francese ed i castelli medievali dell’Inghilterra meridionale, ma è ancora più originale, grazie all’uso della pietra lavica.

Foto: Clemensfranz – CC BY 2.5

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