Castelli Siciliani da scoprire: il Castello di Gagliano Castelferrato.
- Il viaggio alla ricerca dei più interessanti castelli della Sicilia ci porta oggi in provincia di Enna.
- Qui troviamo una vera e propria fortezza scavata nella roccia.
- Attorno a questi luoghi si mescolano storia e leggenda: scopriamo insieme perché.
Non si finisce mai di conoscere la Sicilia e i suoi castelli. Oggi facciamo tappa per conoscere un edificio in provincia di Enna, uno dei manieri più particolari, che custodisce storia e leggenda. Antichi documenti fanno pensare che nel Castello di Gagliano Castelferrato si accampassero, nel 263 a.C., le milizie dei consoli Attilio Grasso e M. V. Massimo dopo la conquista di Aderno e di Centuripe. Citato da Cicerone in occasione del suo viaggio in Sicilia, resistette a lungo agli assalti degli Arabi. Era ben difeso, come scrive lo studioso Nicolò Brancatelli, da solide mura, da torri incavate nel vivo sasso, da dodici fossi e cisterne, diciassette spelonche e trenta aule. A questo si uniscono interessanti ambienti ricavati nel sottosuolo roccioso con una straordinaria architettura, con canali di aerazione e di illuminazione. Pensate che lo stesso mobilio era ricavato nella roccia. Partiamo alla scoperta di questo Castello.
Gagliano Castelferrato, storia del Castello
La costruzione dell’edificio risale al XI secolo. L’appellativo “Castelferrato” arrivò in seguito, nel 1862, per sottolineare che la città era difesa da una fortezza “di ferro”. La parte esterna del castello sorge ai piedi della rupe e corrisponde ad alcune abitazioni poste vicino Porta Falsa. Da quest’ultima, imboccando un sentiero, si arriva al portone d’accesso, che introduce al nucleo centrale del Castello. Il cuore della fortezza è costituito da una spazio delimitato tra rupi e muri di cinta, dentro cui nasce un edificio rettangolare. Nella parte ovest c’è una sala polilobata. Il Castello di Gagliano Castelferrato visse la sua epoca d’oro quando fu scelto da Federico II: l’imperatore ne fece la sua sede di riposo, trasformandolo in una dimora elegante e sfarzosa, nonché sicura. In seguito si susseguirono diverse famiglie nobiliari.
Vito Amico descrisse il Castello di Gagliano Castelferrato così: “Antico paese sotto dirupata e scoscesa rupe, sovrapposto a declive altura, rivolta a Scirocco, da ogni dove ricinto da colline; le viscere poi della rupe da ferro incavate presentansi in forma di fortezza che sebbene attualmente sia involta in ruine conserva non oscure vestigia di antica magnificenza, e decentissime abitazioni appresta pel Barone con oratorio, da poco tempo formate. Derivasi come appare dai ruderi, aver compreso un tempo la medesima rocca cinque torri, dodici fosse e cisterne, diciassette spelonche da congresso, trenta aule e più, nella maggior parte nel vivo sasso incavate.”