Il castello di Milazzo è un fortilizio di origine araba costruito sulla sommità dell’omonima città, sita in provincia di Messina. Nel corso dei secoli subì diversi rimaneggiamenti ed è oggi monumento nazionale.
Dell’imponente struttura non si sa molto, se non che si presume che fosse già presente al momento della venuta dei Normanni, che si occuparono di ampliarlo e ulteriormente fortificarlo. Si pensa però che sull’area in cui sorse il castello, ci fosse un antico insediamento del Neolitico, in particolare della cosiddetta Età di Thapsos, come conferma l’esistenza di una necropoli, che occupa l’intera area Nord intra le mura. La Necropoli era probabilmente collegata all’antica città di Mylai, di Epoca Classica, ma i primi ritrovamenti e documentazioni, arrivano a noi dall’Epoca Romana e Bizantina.
Sembra che il primo nucleo del castello, o mastio, sia stato realizzato in Epoca Sveva sui resti di una precedente struttura araba; l’edificio ha infatti sulle sue spalle un triste record: è il castello più espugnato della Storia, in esso vi entrarono Normanni, Saraceni, Svevi e Ostrogoti.
I primi lavori di cui si ha notizia, furono presieduti dall’architetto Riccardo da Lentini, che si occupò anche dell’edificazione di Castello Maniace, sull’Isola di Ortigia. Il castello di Milazzo ospitò Corradino di Svevia, l’ultimo dei regnanti della dinastia Hohenstaufen; successivamente, la struttura passò nelle mani degli Angiò e venne riconquistata da Pietro d’Aragona dopo i Vespri.
L’imponente struttura, costituita da una struttura merlata e da vari torrioni di forma circolare, venne in seguito rimaneggiata proprio sotto la dominazione aragonese; fu infatti con Alfonso il Magnanimo che vide la luce la cinta muraria, mentre le torri furono opera del viceré Ettore Pignatelli, sotto il governo di re Carlo V, e del suo successore Lorenzo Suarez de Figueroa.
Dal portico, si estende un lungo corridoio che porta al cosiddetto ‘Duomo antico’; nel 1608, tra le mura del castello sorse infatti la cattedrale più antica della città.
Il progetto di Camillo Camillani prevedeva una struttura di scuola manieristica, mentre il portale appartiene allo stile rinascimentale; l’edificio, non più religioso, oggi ospita una collezione di opere d’arte, ed è stato restaurato nell’ambito delle celebrazioni che resero il castello monumento nazionale. Sullo spiazzo antistante, è possibile riconoscere i resti di quello che viene definito ‘il Palazzo de’ Giurati’, ma che sembrerebbero essere invece i fondamenti dell’antico Monastero del SS. Salvatore, del XIV secolo.
L’ingresso del castello, posto in corrispondenza del portale in fattura sveva, custodisce la cosiddetta ‘sala del Parlamento’, che nel 1295 ospitò una seduta del Parlamento siciliano durante il Vespro; ancora oggi conserva un’imponente travatura composta da una serie di archi e un grande camino.
Autore | Enrica Bartalotta