La Regione Siciliana ha reso noto che sono stati avviati gli interventi di restauro al Castello della Zisa, a Palermo. Si tratta di lavori di manutenzione, finanziati con le risorse del Po Fesr 2014-2020, che restituiranno nuovo splendore agli interni, agli esterni e agli apparati decorativi di uno dei beni monumentali più preziosi della Sicilia, parte del patrimonio Unesco.
I lavori sono stati consegnati lo scorso 14 febbraio all’impresa Società Cooperativa Archeologica di Firenze, che dovrà completarli entro il 31 dicembre di quest’anno. Presenti l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, il dirigente generale, Mario La Rocca, la soprintendente dei Beni culturali di Palermo, Selima Giuliano.
“L’investimento di risorse per prendersi cura dei beni culturali siciliani conferma l’impegno del governo regionale a tutelare e valorizzare i nostri tesori storici e artistici, che tutto il mondo ci invidia. L’incremento di arrivi e presenze turistiche nell’ultimo anno in Sicilia dimostra ancora una volta che l’immenso patrimonio culturale del territorio è la vera forza economica della nostra Isola” ha dichiarato il presidente della Regione, Renato Schifani.
“Il restauro del Castello della Zisa consentirà di migliorare la sicurezza e la fruizione di questo “gioiello” di richiamo internazionale inserito nell’itinerario arabo-normanno patrimonio Unesco, potenziando la sua capacità attrattiva nei confronti di turisti e visitatori” ha aggiunto l’assessore Scarpinato.
Dopo gli ultimi restauri ultimati alla fine degli anni Novanta, si rende necessario un nuovo intervento per migliorare lo stato di conservazione del Castello della Zisa. In particolare, i lavori riguarderanno, oltre alla manutenzione di alcuni ambienti dell’edificio, principalmente la Sala della Fontana, la terrazza di copertura e il corpo di guardia.
La Sala della Fontana richiede, infatti, la manutenzione della pavimentazione in ceramica smaltata, dei rivestimenti marmorei, degli affreschi e dei mosaici parietali; per la valorizzazione di questo ambiente verrà ripristinato lo scorrimento dell’acqua, impermeabilizzata la peschiera e creato l’impianto di ricircolo nello spazio seminterrato dell’indiana esistente.
Nella terrazza di copertura, dove un fulmine ha in parte danneggiato gli elementi lapidei sul fronte settentrionale, rivelando la presenza di armature in ferro risalenti ai restauri degli anni Settanta, si interverrà per il risanamento delle armature, con la rimozione degli intonaci di fattura recente e la ridefinizione degli stessi e con la manutenzione della pavimentazione che presenta diffuse muffe e lo zoccoletto distaccato in più punti.
Verranno risanati e implementati gli elementi prefabbricati in calcestruzzo armato, posti su strutture metalliche a copertura dell’indiana, il cui degrado pregiudica la fruibilità del sito; questo risanamento consentirà di accedere alla quota del portico e del piano terra, favorendo una migliore accessibilità al piano della Sala della Fontana. Altre opere di manutenzione riguarderanno la copertura e gli infissi esterni e interni del corpo di guardia che, oltre ai custodi, ospita attualmente la biglietteria e il bookshop. Si prevede, infine, il ripristino dei locali lato nord, in atto privi di copertura: liberati dagli speroni in muratura, consentiranno il recupero di spazi più ampi per la valorizzazione del sito.
L’importo degli interventi, progettati dalla Soprintendenza con l’architetto Maria Serena Tusa, che è anche direttore dei lavori, è di un milione di euro. Responsabile unico del procedimento è l’architetto Filippo Davì.