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Cavagrande per Palazzolo Borgo dei Borghi d’Italia di Giuseppe Cugno

Anche la bellezza selvaggia e fascinosa di Cavagrande del fiume Cassibile-Manghisi deve contribuire ad arricchire il bagaglio naturale di Palazzolo per il Borgo dei Borghi d’Italia prossimo, già vincitore morale 2019. Dedicato tutto alla Sicilia della nostra bell’Italia nel mondo, per far conoscere sapere e capire, fra i Borghi più belli d’Italia, qualcosina in più (ambiente, geologia, clima, meteorologia) del territorio di Palazzolo Acreide e dintorni, dopo le incredibili ripetute dichiarazioni di Philippe Daverio contro la Sicilia. Questo per digerire con gusto d’orgoglio ricottoso il cannolo “mozzato” di Daverio (non.. si può sentire, disturba). Anche questo succede in Italia:https://www.iene.mediaset.it/2019/news/daverio-sicilia-guerra-borghi_558958.shtml 

Al brutto delle dichiarazioni, il bello dei luoghi. Facciamo di questo brutto insulto provocatorio una bella risorsa per la Sicilia dell’Italia (tutta), per Palazzolo Borgo dei Borghi prossimo, perché è giusto, perché lo merita. A questa caduta di stile si contrappone lo stile migliore e raffinato dell’Italia dalla bellezza universale pura, sia essa naturale o artistica, utile e produttiva di ulteriori bellezze, quelle  dell’animo e quelle materiali, che non fanno male a nessuno. Pensiamo al dopo. E allora questo piccolo baule conoscitivo, con dentro il corredo geologico naturale di un territorio ancora ben conservato e poco compreso in profondità, lo si vuole aggiungere con forza, in tutt’uno, al già ricchissimo e prezioso antico corredo storico culturale di Palazzolo. E della Sicilia del sud est, il fiore all’occhiello pregiato per bellezza e purezza è costituito dal paradiso di Cavagrande, la Sicilia bella e selvaggia... E questo lo si vuole appositamente evidenziare proprio per la familiare parentela geologica di Cavagrande con il territorio calcareo di Palazzolo, culla di origine de Il Canyon di Cavagrande del fiume Manghisi, prima – Cassibile, dopo (collegamento fluviale e territoriale poco conosciuto). E’ da madre fiume Manghisi che nasce il gioiello paradisiaco di Cavagrande e dei suoi famosi laghetti (foto Maurizio Cugno). Per approfondire in alcuni link (da La Voce di New York, Sicilia Fan) è spiegato il come e perché della purezza delle acque cristalline di Cavagrande del Cassibile e tanto altro in post della  Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile 

Il suggestivo paesello di Palazzolo è un petalo pregiato della Val di Noto, una antica bomboniera che concentra valenze storico culturali corpose, dalle radici greche (da cui il Teatro Greco nell’alto panoramico di Serra Palazzo a 770 m a dominare una vista immensa) al Barocco delle sue chiese, già Patrimonio  dell’Umanità dell’Unesco. A questo patrimonio culturale sommiamo ora con forza il paradiso naturale di Cavagrande del fiume Cassibile-Manghisi che nasce proprio a sud di Palazzolo, dalle acque pure delle alture di contrada Acquanuova (toponimo bello e appropriato), Santa Lucia, Feudo Baulì, Velardo e Seraceni da cui Fontana Velardo e Fontana Seraceni ad alimentare l‘asta iniziale del Fiume Manghisi. 

L’apice di uno speciale ventaglio territoriale, del sud est di Sicilia, parte dal vertice di Palazzolo a declinare verso il Mar Jonio lungo la direttrice dello spicchio carbonatico che si estende, come una gittata calcarea via via più spessa,  verso i rilievi interni di Avola-Noto (Noto Antica – Avola Vecchia, Montagna D’Avola) da un lato, e verso la direttrice Siracusa dall’altro. Ai vertici estremi di quest’ultimo lato montagna-mare ecco i due Teatri Greci, su in alto quello di Palazzolo Acreide in cima al bancone calcareo della Formazione Palazzolo (per l’appunto così notoria dalla letteratura geologica proprio per la sua sezione tipo a Palazzolo) e il Teatro Greco di Siracusa modellato sui calcari della Formazione Monti Climiti Membro dei Calcari di Siracusa (affioramento tipo a Siracusa). 

Se ci fosse stato un substrato argilloso, al posto di questo solido substrato geologico calcareo della Formazione Palazzolo e del calcare ad alghe coralline di Siracusa, difficilmente i greci avrebbero realizzato questi teatri di pietra. La storia geologico naturale edifica la storia culturale, sociale, archeologica dell’uomo. I calcari teneri della Formazione Palazzolo passano gradualmente, impercettibilmente e lateralmente, ai calcari della Formazione Monti Climiti Membro dei Calcari di Siracusa. E nel passaggio dall’uno a l’altro calcare, fra Palazzolo e Canicattini, dove affiorano già prevalentemente i calcari ad alghe coralline del Membro di Siracusa (ad altissima permeabilità per porosità, fessurazione e carsismo) si origina la ragnatela di cave  fluviali e torrentizie fra le più fitte di Sicilia, Italia e non solo, che contiene, sotto, in spessa e vasta spugna di assorbimento, l’imponente serbatoi di accumulo di risorse idriche pregiate con deflusso sotterraneo preferenziale verso la conca di Siracusa.  

Tutto questo al completo la natura te lo esibisce al meglio, in orizzontale e in verticale, nella sezione naturale del canyon di Cavagrande dove è possibile seguire, per chilometri lateralmente e centinaia di metri in profondità, persino le sfumature di transizione da un calcare all’altro, risultato di ambienti sedimentari diversi. Questa transizione è ben esposta proprio nella sezione del Belvedere della Montagna D’Avola, sopra e attorno i laghetti principali di Cavagrande. Le ultime lenti residuali meridionali di calcari ad alghe sfumano in vere e proprie spruzzate superficiali di detriti algali che originano dei “cespugli” rocciosi a spuntoni aspri e duri (da Cavagrande – Cugni di Fassio – Monti D’Oro) verso Avola Vecchia, ben rappresentativa ancora di tutta la pila calcarea. Più in giù ai piedi del promontorio calcareo rialzato, attorno alla capitale barocca di Noto, geologia e ambiente di formazione si ingarbugliano un po’ ed entriamo in un altro, adiacente, ambito geologico che gli eventi pliocenici e pleistocenici hanno complicato e articolato. Ma così come i Teatri Greci di pietra di Palazzolo e Siracusa sono stati edificati nei calcari, altrettanto i palazzi nobiliari e i monumenti religiosi barocchi di Noto e Palazzolo sono stati edificati con le calcareniti tenere lavorabili della Formazione Palazzolo di quel colore bianco giallastro paglierino, che ai raggi solari gentili dell’alba e tramonto conferiscono ai monumenti il particolare colore caldo dorato. 

Ma la stessa costituzione dello spicchio calcareo di Palazzolo, con il concorso  dell’ambiente atmosferico (sopra), ha contribuito a scolpire anche la morfologia di questo vertice dei Monti Iblei all’incrocio fra la Valle del F. Tellaro e la Valle del Fiume Anapo, su cui si affaccia direttamente Palazzolo in cima alla balconata. Dal lato opposto della Valle dell’Anapo i paesini di Buscemi, Cassaro e Ferla, e poi la Necropoli di Pantalica. Palazzolo, su in alto, è per questo anche un borgo ameno e frizzantino (in rapporto al tepore della Sicilia rivierasca) per altimetria ed esposizione morfo climatica,  pronto ad incontrare tutti gli Scenari meteorologici ambientali mediterranei, specie quelli ad impatto pieno, frontale, come gli scenari più freddi di Tramontana o Maestrale https://www.siciliafan.it/scenario-occidentale-atlantico-di-maestrale-ponente-di-giuseppe-cugno/ 

E così la Sicilia del non farsi mancare nulla, con la scenografia meteorologica di quel nuvolo basso nebbioso autunnale d’altura, dona a Palazzolo e circondario (Buccheri per esempio, ancor più su in cima agli Iblei) anche una sorta d’atmosfera montana, diversa, che profuma già di funghi quando ancora giù sul litorale ionico si va al mare. E’ un’atmosfera opposta all’odore di salsedine marina del litorale di Avola, Noto Marina, Vendicari, Marzamemi, Siracusa. E’ il contrasto plurale d’influssi con l’altra Sicilia calda rivierasca ancora arsa dal sole e riscaldata dall’immenso tepore di “sottofondo” del mare (24° ai primi di ottobre) e 26°-32°dell’aria che avverti di colpo quando scendendo giù ci si affaccia nella porta aperta dei terrazzi marini della pianura costiera di Siracusa-Cassibile-Cavagrande-Avola. Questa vi sembrerà stirata ma invece è proprio vera e persino contenuta. Fra fine Agosto, Settembre, Ottobre in particolare, e Novembre, un forte e freddo Scenario di Maestrale determina una differenza di temperatura di circa 10° nello stesso giorno, alla stessa ora, fra Palazzolo (sopravento) e la serra naturale addossata ai piedi del rialzo Montagna D’Avola-Cavagrande (sottovento). L’avolese è sbracciato, il palazzolese in maglione e giubbotto. Se ti scappa di dire ad amici di Palazzolo e persino di Canicattini (a metà strada dal mare, a metà altitudine, a metà atmosfera autunnale) che hai fatto il bagno al mare ti guardano con comprensibile stupore e meraviglia. Anche questo è la Sicilia. Oh.. a scanso di equivoci, superate l’eventuale obiezione della differenza di quota, si tratta di tutt’altra cosa che va ben oltre la ovvia cifra altimetrica. Per estrema sintesi diciamo che questo risultato è la somma di tanti fattori fra cui la diversa morfo esposizione dei luoghi. Eppure anche questo tassello, apparentemente solo di nozione climatica, contribuisce a dare un’idea del variegato e complesso mosaico di natura e società siciliana. La Sicilia non è proprio “un’isola sociale”, ma un “arcipelago” (sociale, storico, culturale, ambientale, naturale, geologico, climatico, meteorologico) posto davvero al centro del mediterraneo https://www.siciliafan.it/la-sicilia-al-centro-degli-scenari-meteorologici-mediterranei/ Questo, si, che è vero geograficamente e non come dice l’intellettuale Daverio “è che il siciliano è convinto di essere al centro del mondo, è una patologia locale che nei secoli non si è mai riusciti a curare”. Nota bene “a curare” come di una malattia. Roba da non crederci. https://www.iene.mediaset.it/video/iene-anticipazione-lavardera_558956.shtml      E poi ancora:  https://www.siciliafan.it/philippe-daverio-ancora-contro-i-siciliani-ci-vorrebbero-migliaia-di-psichiatri/

Dello spicchio calcareo da Palazzolo in giù, che ha originato acque pure, fiumi,  risorse naturali, grotte e cave, su cui svetta l’esclusiva bellezza naturale più rappresentativa della Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile , si offre questo parziale excursus di storia naturale geologico ambientale (come sub strato fondamentale) con su, ad intreccio, la forte impronta storico culturale archeologica dell’uomo (teatri di pietra, chiese, siti archeologici). E’ solo uno spunto per una più consapevole valorizzazione delle singole specificità territoriali, luogo per luogo, ambito per ambito, secondo le vocazioni naturali migliori di territorio ambiente e cultura dei luoghi che tanto più sono assecondate tanto più daranno armonico sviluppo economico sociale, magari non esplosivo, ma progressivo e mai distruttivo.

Di Giuseppe Cugno

Staff Siciliafan