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A volte la vita prende svolte inaspettate, spingendoci verso strade, che mai avremmo immaginato di percorrere.

Questo è quello che è successo a Cecilia Carbone, 30 anni, nata a Genova, ma cresciuta a Hong Kong, con un curriculum accademico di prestigio in Economia e Finanza presso l’Università Bocconi di Milano.

Dopo aver lavorato tra Londra e New York nel settore finanziario, ha deciso di lasciare tutto e seguire un impulso che l’ha portata a ritrovare il contatto con la natura. Un viaggio in California ha risvegliato in lei una passione sopita e ha tracciato la rotta verso una nuova vita.

Cinque anni fa, Cecilia si è trasferita a Menfi, in Sicilia, per dedicarsi all’agricoltura biodinamica come responsabile dell’azienda agricola “Serra Ferdinandea”, producendo vini eleganti ed espressivi, che raccontano l’unicità del territorio.

Una svolta verso la sostenibilità e la rigenerazione

Cecilia racconta che la decisione di cambiare vita è nata da un profondo bisogno di riconnessione. “Dopo anni nel mondo della finanza, un viaggio in California mi ha fatto ritrovare il contatto con la natura”, spiega.

Questa esperienza l’ha portata a iscriversi all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dove ha scoperto un nuovo approccio alla vita e all’agricoltura. Durante il suo percorso, ha incontrato Alessio Planeta, che l’ha invitata a visitare la Sicilia.

“Dopo soli tre giorni in campagna, ho capito che era quello che volevo fare”, racconta. Serra Ferdinandea, un’azienda agricola biodinamica con un terreno vergine da 400 anni, davanti il tratto di mare di Sciacca e Menfi, è diventata, così, in poco tempo il cuore della sua nuova avventura.

Serra Ferdinandea è un progetto nato dalla collaborazione di due famiglie, una siciliana e una francese, Planeta e Oddo, che hanno voluto combinare le tradizioni di due differenti culture. Il nome scelto racchiude un significato profondo. “Serra” è il termine siciliano per “sella” (la tenuta formata da 110 ettari di macchia mediterranea, vitigni e boschi, si trova a cavallo di una sella, da una parte il mare e dall’altra un lago), mentre “Ferdinandea” è un omaggio all’isola scomparsa nel 1831 al largo della costa di Menfi.

In questa tenuta tra i 400 e i 500 metri sul livello del mare i terreni incontaminati sono modellati esclusivamente dalle forze della natura, mantenendo intatta la vita microbica e favorendo una viticoltura in totale sintonia con l’ambiente. Qui Cecilia applica metodi di coltivazione che uniscono tradizione e innovazione, rispettando il territorio e valorizzandolo. L’approccio biodinamico di Cecilia si fonda sull’idea di rigenerazione: “La sfida è passare dalla sussistenza alla rigenerazione del terreno, rispettando il suo carattere e migliorandolo”.

L’azienda, benché indipendente, mantiene la visione condivisa di innovare la tradizione agricola siciliana in un contesto globale. Cecilia sottolinea come la biodinamica, nonostante sia spesso vista con scetticismo, sia fondamentale per leggere la natura e interpretarne le risposte.

Dopo cinque anni di lavoro e sperimentazioni, Cecilia osserva con soddisfazione i risultati: non solo Serra Ferdinandea è un’azienda agricola in crescita, ma anche un laboratorio di idee dove la sostenibilità diventa ispirazione e innovazione.

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