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Dalla Sicilia, la cenere dell’Etna in diverse regioni italiane.

  • Trovate nelle Marche, ma non solo, particelle partite dal vulcano siciliano.
  • A rilevarlo, le centraline dell’Arpa.
  • Ecco perché le ceneri del Mongibello riescono ad arrivare così lontano.

Dalla Sicilia, la cenere dell’Etna è riuscita a raggiungere le Marche e anche altre regioni d’Italia, come rilevato dalle centraline dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale). In particolare, si fa riferimento a un fenomeno registrato tra il 24 e il 27 febbraio 2021, in concomitanza della ripresa eruttiva del vulcano siciliano. Le particelle si sono aggiunte alle polveri sahariane che, proprio in quelle date, si sono spinte sul Centro-Sud dell’Italia. Ecco tutti i dettagli di questo fenomeno decisamente singolare, ma molto frequente.

Gli esperti dell’Arpa hanno spiegato che “i vetrini di aerobiologia hanno evidenziato il fenomeno non solo nelle Marche, ma in diverse regioni italiane”. “L’eruzione dell’Etna, la più grande emissione di anidride solforosa (SO2) dell’Etna per quel che riguarda il recente passato, – fa sapere l’Arpa – ha emesso in atmosfera decine di Kilotoni di tale sostanza”. “I venti spiranti nel Catanese, prevalentemente di scirocco, – spiega – hanno determinato lo spostamento di particelle carbonose e la caduta di cenere anche in altre città siciliane e hanno via via interessato il centro-sud dell’Italia, principalmente la Sardegna, il Lazio, la Toscana, l’Emilia Romagna, l’Umbria e anche le Marche”. Scopriamo qualche informazione in più.

L’Arpa ha sottolineato che “Si tratta ovviamente di un fenomeno ad alte quote che non ha, o ha scarsamente, ripercussioni al suolo”. “Un fenomeno certo curioso – ha aggiunto – ma non così strano: basta ricordare che, in caso di eruzioni potenti, le nubi vulcaniche riescono a raggiungere anche i 12-13 km di altezza, penetrando parte della stratosfera, mentre i forti venti che spirano in queste zone – oltre 250 km/h – riescono a trasportare minuscole particelle di fumo per centinaia e migliaia di chilometri”.

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