Parlare del vino siciliano implica un piccolo viaggio nella storia: un piacere per il palato, ma anche per lo spirito. Il Cerasuolo di Vittoria è un’eccellenza conosciuta e amata in tutto il mondo, che deve tale fama alle sue caratteristiche. È stato uno dei primi rossi siciliani ad avere ottenuto il riconoscimento della DOC (nel 1973) e il primo ad avere la DOCG (il 13 settembre 2005). Le sue origini, però, risalgono al 1606. Fu in quell’anno, infatti, che nacque nella sua tipologia attuale, in concomitanza con la fondazione della città di Vittoria. Vittoria Colonna Enriquez, infatti, regalò in quell’anno ai primi 75 coloni due ettari di terreno a condizione che ne coltivassero uno a vigneto. Vediamo, dunque, come si è arrivati al presente.
Per tutto il Seicento, nella zona di Vittoria si ebbe una enorme espansione dei vigneti, grazie ad una politica di incentivazione delle colture intensive pregiate. Il vino veniva esportato prima soltanto nelle varie altre città della contea di Modica e, in seguito, attraverso il porto di Scoglitti e le navi trapanesi, anche a Malta. Nella seconda metà dell’Ottocento si ebbe un ulteriore sviluppo economico e Vittoria divenne una delle città più floride e produttive della Sicilia. Crebbe la domanda e il porto di Scoglitti fu potenziato per fare fronte alle richieste di esportazione. A partire dalla fine del secolo, purtroppo, l’epidemia della fillossera portò alla distruzione di gran parte dei vigneti della Sicilia. Vittoria, con la sua spinta specializzazione viticola, pagò a caro prezzo la scelta monoculturale. Migliaia di piccoli proprietari caddero in rovina.
Agli inizi del XX secolo si diffuse la tecnica dell’innesto su vite americana. La crisi economica conseguente alla fillossera e la guerra commerciale con la Francia segnarono il declino della produzione dei vini ad alta gradazione e ad intenso colore. A fronte di ciò, aumentò la produzione dei vini da pasto a più moderato tenore alcolico, profumati e freschi. Erano gli antesignani degli attuali vini a DOCG “Cerasuolo di Vittoria”. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, la nascita di nuove aziende e la professionalità degli operatori che hanno contribuito ad accrescere il livello qualitativo.
La zona di produzione del “Cerasuolo di Vittoria Classico” è riservata al territorio già delimitato con il primo decreto di riconoscimento del 29 maggio 1973 e comprende tutto il territorio comunale dei seguenti comuni in provincia di Ragusa: Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina. I vini a denominazione di origine controllata e garantita “Cerasuolo di Vittoria” e “Cerasuolo di Vittoria Classico” devono essere ottenuti da vigneti che in coltura mono o pluri varietale nell’ambito aziendale hanno la seguente proporzione ampelografica: dal 50% al 70% di Nero d’Avola e dal 30% al 50% di Frappato. Il Cerasuolo di Vittoria DOCG ha un obbligo di affinamento di non meno di 8 mesi dalla vendemmia, nella tipologia Classico l’affinamento minimo è di 18 mesi. Inoltre, le operazioni di vinificazione e imbottigliamento devono essere effettuate nell’intero territorio di produzione.
Il Consorzio di Tutela del Vino Cerasuolo di Vittoria DOCG dal 2001 ha l’incarico di vigilare costantemente sulla qualità del prodotto e di promuovere la diffusione di questa eccellenza enologica; rappresenta circa l’85% dei produttori delle province di Ragusa, Catania e Caltanissetta, che sono le aree di produzione del vino Cerasuolo di Vittoria.