Per tratto cervicale si intende la porzione superiore dalla colonna vertebrale comprendente 7 vertebre (le prime due costituiscono il rachide cervicale superiore, le altre 5 il rachide cervicale inferiore), che danno sostegno al campo e permettono di compiere movimenti rotatori, flessori ed estensori della testa. Quando di parla di cervicale (cervicalgia in campo medico) si intende un dolore al livello del collo, che da lì tende ad irradiarsi alle spalle (trapezi) e, nei casi più gravi, alle braccia, rendendo difficoltosi i movimenti. Nella maggior parte dei casi, il dolore è originato da un’alterazione non grave che interessa le strutture meccaniche situate nella regione delle prime vertebre della colonna: si tratta dei muscoli, dei legamenti, dei dischi intervertebrali e delle articolazioni posteriori che garantiscono il movimento (il collo ha un’estrema mobilità per consentire allo sguardo di orientarsi in tutte le direzioni) e il sostegno (il collo, struttura esile, sostiene la testa che è molto pesante). Basta uno sforzo non adeguato istantaneo, brusco o prolungato a livello del collo, o una postura non corretta, a creare una lesione a queste strutture, originando uno stress meccanico esagerato o non corretto rispetto a quello che tali strutture possono sopportare, provocando il dolore.
CAUSE: Tra le cause della cervicalgia: sedentarietà, posture scorrette (es. la dattilografa o lo studente che sono ore ed ore piegati in avanti sui libri e sulla tastiera del pc, i camionisti, gli agenti di commercio; guardare la tv dal letto, col capo ruotato sempre da una parte), discopatie, fattori traumatici (infortuni sul lavoro, impiego della testa per trasportare i pesi, colpo di frusta, lesioni traumatiche pregresse), ernia cervicale, artrosi cervicale, stress, utilizzo di cuscini inadeguati. C’e’ chi è predisposto alla cervicalgia per difetti occlusali (rapporto tra arcata dentale superiore o inferiore) o del campo visivo (a partire dagli strabismi e i difetti di accomodazione) che possono generare a loro volta ipercifosi dorsale o iperlordosi lombare, come pure un aumento delle normai curvature fisiologiche della colonna.
SINTOMI: La cervicale si caratterizza per numerosi sintomi: dolore al collo (muscolo contratto, rigido, dolente alla palpazione), spesso a tal punto da rendere difficili i movimenti del capo, come la rotazione o l’inclinazione; mal di testa, cefalea, emicrania, senso di sbandamento, offuscamento generale; talvolta vertigini e giramenti di testa. Questi sintomi compaiono per due motivi: per la tensione muscolare costante del tratto cervicale che rende più difficoltoso l’afflusso di sangue al cervello e per la coesistenza di problematiche funzionali del labirinto (come la vertigine posizionale parossistica benigna). Inoltre, nausea e vomito (lo stato di contrattura costante della muscolatura, infatti, può irritare il nervo vago, un importante nervo che passa nella muscolatura cervicale, generando la sensazione di nausea). Altri sintomi sono spesso concomitanti ed esprimono il sovraccarico generale dell’organismo: stanchezza cronica, spossatezza, risvegli difficili al mattino, disturbi del sonno, sonnolenza, sensazione di essere costantemente stanchi, stress emotivo, nutrizionale e fisico.
DIAGNOSI: La diagnosi viene effettuata da un fisiatra o da un ortopedico. Nel corso della visita clinica si fa l’anamnesi del paziente, ponendo attenzione al tipo di lavoro svolto, all’origine del dolore (se traumatico o progressivo), all’irradiazione del dolore (verso braccia o mani). A seguito, si procede con l’esame obiettivo con una valutazione muscolo-scheletrica e neurologica, per escludere problematiche più severe quali protusioni o ernie capaci di sollecitare o comprimere le strutture nervose. In caso contrario, il sospetto diagnostico e/o la severità del dolore obbligano il medico a effettuare un esame più approfondito con Rx, TAC, RM ed elettromiografia.
CURA: Se il dolore è episodico, si utilizzano farmaci analgesici (es. paracetamolo, ibuprofene ecc.), in seconda battuta gli antinfiammatori non steroidei (Fans) e, più raramente, infiltrazioni di anestetici locali e cortisone. I farmaci possono essere applicati sia localmente (creme, cerotti, gel), che per bocca, per un periodo limitato (7-10 giorni), prescrivendo un collare in caso di colpo di frusta. Se il dolore è intenso, anche se il fastidio diminuiscer, spesso l’infiammazione persiste, per cui questi farmaci sono associati a miorilassanti a volte. In caso di contratture muscolari, sono efficaci trattamenti a base di caldo e freddo (impacchi freddi per ridurre l’infiammo, impacchi caldi e massaggi per rilassare la muscolatura). Se la cervicalgia è frequente, bisogna cercare di mantenere il più possibile le attività abituali, con l’aiuto di antinfiammatori e antidolorifici. E’ necessario intraprendere un percorso riabilitativo per migliorare la funzionalità della zona cervicale con esercizi specifici per il collo, norme educative e comportamentali per affrontare la paura del movimento associata al dolore che spesso condiziona le attività quotidiane. Un valido aiuto viene dato dai massaggi, dalle manipolazioni in mani esperti e dalle terapie fisiche (TENS, ultrasuoni, laserterapia, elettroanalgesia, massoterapia, termoterapia e agopuntura).
Caterina Lenti
Strettowev