La Sicilia non smette mai di stupirci. Che si tratti di esplorare il suo patrimonio naturalistico o di soffermarsi ad ammirare le meraviglie architettoniche, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. La Chiesa di San Domenico di Castelvetrano è uno straordinario edificio, fondamentale per la storia dell’architettura siciliana. Per comprenderne l’importanza, basta pensare che è stata soprannominata la Cappella Sistina della Sicilia. Si tratta di uno degli esempi più preziosi di Manierismo siciliano, che preannunciò l’imminente arrivo del Barocco. Fu costruita nel 1470, per volere per volere di Giovan Vincenzo Tagliavia, signore della città.
Insieme all’adiacente convento dei predicatori costituisce un unico aggregato monumentale, in piazza Regina Margherita. La chiesa sorse come mausoleo della famiglia Aragona-Tagliavia. La cappella, del quale il casato deteneva il patrocinio, era utilizzata per cerimonie private. Nel corso dei decenni successivi, all’esterno, si stratificarono altre cappelle, volute non solo da Giovanni Vincenzo Tagliavia, ma anche da altri componenti della famiglia e da privati.
Queste si accorparono intorno al nucleo iniziale, fiancheggiando la navata centrale. Dal 1574 al 1580 l’interno è stato decorato da Antonino Ferraro da Giuliana, in collaborazione coi figli Tommaso, Orazio e l’intera bottega. L’artista ha “firmato” i vari capolavori inserendo il proprio autoritratto tra gli affreschi del coro, con il profilo raffigurato in elegante costume “alla spagnola. Gli edifici dell’aggregato furono danneggiati dal terremoto del Belice del 1968.
Di notevole pregio all’interno della chiesa sono il cappellone dell’altare maggiore e la cappella del coro, decorati da Antonino Ferraro da Giuliana. Numerose le opere d’arte custodite nella chiesa, fra cui un sarcofago in marmo bianco su cui è posto un cavaliere disteso con la testa in riposo sul braccio destro che raffigura Ferdinando Tagliavia e Aragona, figlio del committente della chiesa.
Foto: Davide Mauro – Opera propria, CC BY-SA 4.0