Una doppia denuncia a inizio maggio di due dipendenti che, forse per incomprensioni sullo stipendio o forse per un improvviso seppur tardivo moto dell’animo, si erano dimesse andando poi dai carabinieri. E il morso il 27 luglio scorso a un bimbo di due anni visto in diretta dagli investigatori attraverso le telecamere installate insieme alle cimici. Da lì l'intervento in flagranza di reato. Così è stato scoperto e chiuso l’asilo degli orrori, il "BabyWorld", nella periferia di Milano.
Due, per il momento, le persone arrestate. Sono il titolare dell’asilo, in franchising con sedi in mezza Italia, e la moglie, coordinatrice della struttura. Quest’ultima, in particolare, sarebbe l’aguzzina: 27 casi accertati di maltrattamenti, violenze e sequestri ai danni dei piccoli ospiti della struttura, ma probabilmente il numero degli episodi è destinato a crescere. Schiaffi, bambini segregati anche per 4 ore al buio nel gabinetto, piccoli prigionieri delle culle ricoperte di cinghie ben strette, orecchie tirate, insulti, fino al morso finale.
La donna ha 34 anni, si chiama Milena Ceres, non ha precedenti e sembra sia in regola con i requisiti di studio e di formazione per poter svolgere il mestiere. L’uomo è Enrico Piroddi, 34 anni, che adesso, rimesso in libertà dal gip giura sulla propria innocenza. Ma è impossibile che non abbia visto e saputo. L’impianto accusatorio è supportato da ampio materiale audio e video. Le prove appaiono schiaccianti. L’asilo, ora sigillato, era a norma e aveva tutti i certificati del caso.
Un ingresso in borghese, cercando di non spaventare i bambini, chiamando a parte la donna, nel tentativo di evitare l’ennesimo trauma agli ospiti dell’asilo, spesso di famiglie benestanti perché questo tutto era tranne che un luogo abusivo o ricavato in uno scantinato: ecco com’è avvenuta l’azione liberatoria dei carabinieri. L’inchiesta continua perché potrebbero esserci altre persone che finiranno nei guai.