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Negli anni Sessanta decine di scienziati furono pagati dall'industria americana dello zucchero per sminuire il collegamento tra consumo di zucchero stesso e i problemi cardiaci. Tutto per "depistare" e spostare l'attenzione sui grassi saturi. Una rivelazione in sé sconvolgente, e suffragata da una serie di documenti scoperti da un ricercatore della University of California di San Francisco e pubblicati sul magazine "Jama Internal Medicine".

"Sono stati in grado di sviare il dibattito sullo zucchero per decenni", ha detto al "New York Times", Stanton Glantz, professore di medicina e autore del controverso studio. I documenti dimostrano che l'associazione "Sugar research foundation", oggi "Sugar Association", arrivò a corrompere con 50 mila dollari ciascuno tre ricercatori di Harvard per pubblicare un'analisi sullo zucchero e sui grassi in rapporto alla salute del cuore.

Tutti i convolti oggi sono morti. Uno dei tre esperti è D. Mark Hegsted, che nella sua lunga carriera diventò capo della divisione che si occupa di nutrizione al Dipartimento dell'Agricoltura statunitense. Il suo gruppo pubblicò le linee guida sull'alimentazione nel 1977. I documenti fanno riferimento ad avvenimenti accaduti quasi 50 anni fa, ma sono importanti anche oggi perché il dibattito sul ruolo degli zuccheri e del grasso è tuttora al centro delle speculazioni della comunità scientifica. Per decenni i ricercatori hanno spinto gli americani a consumare prodotti con basso contenuto di grassi, ma ricchi di zuccheri, che hanno aumentato il numero di obesi.

Anche in tempi più recenti ci sono stati diversi tentativi di sminuire il rischio dovuto agli zuccheri, sottolinea ancora il "New York Times". Lo scorso anno proprio il quotidiano scoprì che la Coca-Cola aveva finanziato con milioni di dollari ricerche su questo tema, mentre lo scorso giugno un'inchiesta dell'Associated Press ha dimostrato come alcune industrie alimentari avevano finanziato uno studio per dimostrare che i bambini che mangiano caramelle pesano meno degli altri.