Ciprì e Maresco, chi sono i registi palermitani che compongono il celebre duo. Biografia e carriera delle collaborazioni dei registi, sceneggiatori, montatori e direttori della fotografia Daniele Ciprì e Franco Maresco. Quali film hanno fatto insieme, fino a quando hanno lavorato in coppia, come sono diventati famosi.
Ciprì e Maresco
Ciprì e Maresco diventano celebri per i loro lavori che presentano sketch e personaggi spesso grotteschi e crudi. Insieme firmano alcune pellicole considerate di culto. Scoperti inizialmente dalle reti Finivest, in seguito entrano nel programma televisivo Blob di Enrico Ghezzi, in onda su Rai3.
Iniziano a lavorare insieme nel 1986: producono una serie di lavori sperimentali per la rete palermitana TVM. Lavorano per la Finivest con il programma “Isole Comprese”, quindi iniziano a collaborare con Blob e “Fuori Orario. Cose (mai) viste”, sulla Rai nel 1990. Proprio in questi anni vincono per due volte al Festival di Bellaria, prima in una delle sezioni minori, poi portando a casa il Gabbiano D’Oro.
Cinico TV
Continuano intanto a collaborare con Rai3. Dopo aver partecipato ad “Avanzi“, iniziano a produrre per la televisione “Cinico TV” , una serie in grado di sconvolgere del tutto l’ambiente televisivo italiano. Si tratta di un lavoro decisamente cinematografico, quanto di più cinematografico si possa vedere a quell’epoca sulle reti italiane.
“Cinico TV” conta una cinquantina di puntate, composte da quadretti in bianco e nero girati in video, che vedono protagonisti dei veri e propri freaks. La serie include ogni tipo di personaggi, anche quelli ai limiti del surreale, con smorfie e atteggiamenti che apparentemente non dicono nulla di umano e logico. Presentano situazioni assurde e deliranti ripetute ossessivamente.
In queste puntate spiccano gli attori, tutti non professionisti, che vi prendono parte. Il clima che pervade gli episodi, inoltre, è in costante bilico tra comico-demenziale e grottesco. La vena cinica che ne traspare trae spunto dalla realtà circostante, una Sicilia grottesca e caricaturale, fatta di emarginazione, sofferenza, incapacità di reagire e atteggiamento passivo di chi accetta ogni condizione, anche la più umiliante, come fosse un destino ineluttabile.
La serie riceve il Premio Aristofane a Saint-Vincent. Dopo aver collaborato per vari cortometraggi, alcuni dei quali con il contributo di grandi del cinema come Martin Scorsese, Samuel Fuller, Amos Gitai, Ciprì e Maresco dirigono il loro primo lungometraggio: “Lo zio di Brooklyn” del 1995.
I film di Ciprì e Maresco
È nel 1998, invece, che il duo di registi palermitani gira “Totò che visse due volte“, aprendo la strada a un caso sulla censura in Italia. La Commissione di revisione cinematografica tenta di impedirne l’uscita in sala e, non riuscendo a farlo, invoca la denuncia per vilipendio alla religione e per tentata truffa. I registi e la produzione escono indenni dal processo, con l’assoluzione da parte del Tribunale di Roma.
La pellicola viene comunque vietata ai minori di 18 anni. “Ci sembrava assurdo che un adulto (…) non potesse vedere interamente la nostra opera. Noi non siamo degli autori cinematografici come gli altri, siamo davvero al di fuori dell’industria. Facciamo quello che vogliamo e poi ne discutiamo. Del resto non abbiamo mai avuto problemi né quando lavoravamo con la Rai né quando abbiamo fatto questo film”, spiegano i registi insieme dalle pagine di Repubblica.
Nel 1999 Ciprì e Maresco dirigono un lungometraggio incentrato sulla figura del sassofonista jazz Steve Lacy che interpreta Duke Allington: il titolo è “Steve Plays Duke“. Sia Daniele Ciprì che Franco Maresco sono musicofili appassionati e considerano il jazz uno dei pilastri del loro lavoro.
Gli anni Duemila si aprono invece con il film “Il ritorno di Cagliostro“, presentato alla 60esima Mostra del Cinema di Venezia. Nel cast tanti attore palermitani, tra cui Luigi Maria Burruano.
Segue, nel 2004, “Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio“, omaggio a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, anch’esso presentato a Venezia.
Gli autori mescolano materiale di repertorio ritrovato negli archivi Rai, grazie al prezioso aiuto di Tatti Sanguineti, sketch dei due comici, siparietti del tipo Cinico TV e interviste a personalità del mondo del cinema e dello spettacolo (tra i quali, Pippo Baudo, Bernardo Bertolucci, Lando Buzzanca, Lino Banfi). Il film ha uno stile documentaristico, un tratto distintivo dei due registi che unisce all’aspetto didattico gag, umorismo e venature nostalgiche.
Ultimi lavori, la separazione
Oltre a numerosi corti e mediometraggi, presentano nel 2002 a teatro lo spettacolo multimediale “Palermo può attendere”, prodotto per la Biennale di Venezia, in cui gli attori in scena interagiscono con attori e scenografia proiettati su tre schermi. Ciprì e Maresco si separano artisticamente nel 2008, proseguendo le loro carriere singolarmente.
Alla fine del mese di marzo del 2011 la Cineteca di Bologna cura l’uscita del cofanetto “Cinico TV 1989-1992”, con tutti gli episodi, anche inediti, prodotti negli anni 1989-1992. Esce invece nel 2013 “Cinico TV 1993-1886”, a integrazione dell’antologia integrale. In ultimo, nel 2016, esce l’ultimo volume, che raccoglie gli episodi dal 1998 al 2007.