Compra un vestito da Zara e ci trova dentro un topo morto: giovane fa causa all’azienda

Aveva acquistato un vestito da Zara un paio di settimane prima di indossarlo, ma una volta messo per andare in ufficio fa una scoperta terribile: nella cucitura c'era un topo in stato di decomposizione. La storia di Cailey Fiesel è finita sul "New York Post" prima di fare il giro della stampa internazionale. La giovane di Manhattan aveva comprato questo vestito in saldo, ma dopo averlo indossato si è accorta che qualcosa non andava: "Ho iniziato a sentire un odore pungente e nauseante. Ho visto la zampetta uscire fuori dalla cucitura della scollatura. È stato davvero terrificante. Mi sono bloccata, ero completamente paralizzata dalla paura. Ero sotto choc perché, sebbene mi fossi resa conto che si trattava di un topo, il mio cervello si rifiutava di crederlo".

"Sentivo qualcosa che mi grattava la gamba e ho pensato si trattasse della cucitura del vestito, ma quando ho provato a tirarlo ho intravisto qualcosa di più grande e ho immaginato fosse una targhetta antitaccheggio. Alzando la cucitura del vestito ho capito subito che non si trattava di un sensore, ma di un topo di più di sei centimetri in avanzato stato di decomposizione", prosegue ancora inorridita la ragazza.

Cailey ha citato in giudizio Zara per danni non specificati. I suoi avvocati contano sull'obbligo del rivenditore di garantire prodotti "esenti da difetti, tra cui anche le infestazioni di roditori". E c'è anche di peggio: i medici le hanno diagnosticato una grave eruzione cutanea "imputabile al roditore".

I legali della Fiesel hanno spiegato al "New York Post" che "Zara è nota per produrre i propri capi molto velocemente, l'azienda adotta una metodologia che permette di passare dal design allo scaffale in un breve lasso di tempo". D'altro canto, un portavoce di Zara Usa ha confermato che l'azienda è al corrente dell'accaduto e che sta indagando sulla faccenda: "Zara ha rigorosi standard di sicurezza e ci impegniamo a garantire che tutti i nostri prodotti soddisfino requisiti rigorosi".

Fausto Rossi