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La Sicilia continua a distinguersi nel panorama nazionale grazie ai suoi “Comuni Ricicloni“, come dimostra il dossier 2024 di Legambiente.

Con 26 comuni rientranti nella categoria “Rifiuti Free“, l’isola si posiziona come un laboratorio di buone pratiche per la gestione dei rifiuti.

I risultati mostrano che il 6,6% dei comuni siciliani ha superato la soglia di eccellenza, coinvolgendo circa il 5% della popolazione totale, pari a 238.269 abitanti. Questo progresso rappresenta una risposta significativa alle sfide ambientali della regione.

Tra i centri più virtuosi oltre i 30 mila abitanti, emergono Mazara del Vallo (55.129 abitanti), Misilmeri (33.290 abitanti) e Castelvetrano (30.711), con performance notevoli nella riduzione dei rifiuti indifferenziati.

Questi comuni dimostrano come, anche in contesti complessi, un impegno strutturale e culturale possa produrre risultati tangibili. Tuttavia, la percentuale complessiva della popolazione coinvolta evidenzia che vi sono ancora ampi margini di miglioramento.

I vincitori assoluti per la Sicilia sono Santa Cristina Gela (sotto i 5 mila abitanti), San Giuseppe Jato (tra i 5 mila e i 15 mila abitanti) e Mazara del Vallo (sopra i 15 mila abitanti).

Investimenti e obiettivi futuri

Grazie a fondi provenienti dal PNRR e da programmi europei, la Sicilia è pronta a potenziare ulteriormente la sua rete impiantistica.

Si prevede la costruzione di nuovi impianti di compostaggio e biodigestione anaerobica per il trattamento dell’organico, capaci di generare biogas e compost di alta qualità.

L’obiettivo è quello di rendere l’isola autonoma nella gestione dei rifiuti, riducendo la dipendenza dalle discariche e minimizzando l’impatto ambientale.

Parallelamente, iniziative educative e campagne di sensibilizzazione sono fondamentali per coinvolgere i cittadini.

L’adozione della tariffazione puntuale, che premia chi produce meno rifiuti, è una misura chiave per consolidare i risultati già ottenuti.

L’obiettivo è ambizioso ma raggiungibile: entro il 2035, la Sicilia punta, infatti, a superare il 65% di riciclo, in linea con gli standard europei.

I protagonisti del cambiamento

Esempi come quello di Calatafimi Segesta, in provincia di Trapani, che ha superato l’87% di raccolta differenziata, testimoniano l’importanza delle sinergie tra amministrazioni, imprese e cittadini. Il Comune ha inaugurato un Centro del Riuso, dove vengono recuperati e rigenerati materiali destinati altrimenti allo smaltimento. Questo approccio non solo riduce i rifiuti, ma crea nuove opportunità economiche e lavorative.

Iniziative innovative coinvolgono anche le scuole e le famiglie, con progetti educativi mirati alla diffusione della cultura del riciclo. Il coinvolgimento delle nuove generazioni è cruciale per assicurare un futuro sostenibile e per diffondere la consapevolezza ambientale.

La Sicilia sta dimostrando che la transizione verso un’economia circolare è possibile, trasformando le sfide in opportunità e diventando un esempio per il resto d’Italia.