C’è anche una siciliana nel team che, per primo in Europa, ha isolato il Coronavirus. Concetta Castilletti, originaria di Ragusa, è una ricercatrice dell’Istituto Spallanzani di Roma, il primo che insieme alla Francia ha isolato il nuovo coronavirus “2019-nCov”, aprendo la strada alla diagnosi e, forse, anche a un vaccino.
«Abbiamo cullato il virus e abbiamo avuto anche un po’ di fortuna», ha detto la siciliana Castilletti, che ha 56 anni, due figli e una famiglia che da sempre la supporta, primo fra tutti il marito. Ogni giorno i ricercatori e i medici sono al lavoro nel laboratorio di virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma: le ultime giornate sono state particolarmente frenetiche nel laboratorio del Padiglione Baglivi, dove ogni giorno arrivano da tutta Italia decine di campioni di analizzare.
Chi è Concetta Castilletti
Concetta Castilletti è responsabile dell’unità operativa virus emergenti, all’interno del laboratorio diretto dalla dottoressa Maria Rosaria Capobianchi. “Ho vissuto la grande emergenza – ha detto la ricercatrice siciliana – della Sars, di Ebola, dell’influenza suina, della chikungunya, e insieme ai miei colleghi siamo stati spesso in Africa. E’ un lavoro che mi piace moltissimo e non potrei fare altro. Ma la vittoria è di tutto il team. Eravamo tutti impegnati, tutta la squadra. Abbiamo un laboratorio all’avanguardia, impegnato 24 ore su 24 in questo genere di emergenze”.
“Il contributo che la ricercatrice di Ragusa, Concetta Castilletti, ha fornito nella ricerca per isolare il Coronavirus, ponendo le basi per le cure e la messa a punto di un vaccino, deve inorgoglire ogni siciliano. Il suo, al pari di tanti altri corregionali impegnati nella ricerca e in altri ambiti di eccellenza, è un esempio di tenacia ed abnegazione, una corsa contro il tempo che l’ha vista tagliare il traguardo nell’interesse di tutti. A lei va il ringraziamento di ciascuno e la nostra gratitudine”.
Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, commentando la notizia dell’isolamento del Coronavirus.
Le protagoniste dell’impresa all’Istituto Spallanzani sono tre donne: Maria Rosaria Capobianchi, Rosaria Castilletti, Francesca Colavita – quest’ultima giovane ricercatrice precaria. A loro si aggiungono Fabrizio Carletti, esperto nel disegno di nuovi test molecolari, e Antonino Di Caro, che si occupa dei collegamenti sanitari internazionali.