“L’arcipelago delle Egadi, composto da tre isole principali denominate Favignana (la più grande), Levanzo e Marettimo, è un paesaggio selvaggio di roccia fantasmagorica incastonato all’interno della più grande riserva marina d’Europa”. Bastano queste poche parole per comprendere che l’articolo dedicato da Condé Nast Traveler alle Isole Egadi è un’ode alla Sicilia selvaggia e incontaminata, a una bellezza diversa da tutte le altre. Il celebre magazine dedicato ai viaggi ha deciso di fare tappa in terra sicula. Si aggiunge all’elenco di tutte quelle testate che, soprattutto durante la stagione estiva, dedicano spazio alla nostra isola. «Sotto l’acqua – scrive la giornalista Stephanie Rafanelli – l’erba di Nettuno si contorce come ciglia, portando alla luce reliquie di naufraghi (fenici, romani, normanni, arabi, aragonesi) così comuni che i locali li usano come fermacarte». E questo è solo l’inizio.
Condé Nast Traveler dedica alle Egadi un articolo appassionato. «Per quanto remoto possa sembrare il luogo, Favignana è a solo mezz’ora di aliscafo dalla città siciliana di Trapani. Attraverso le tendine di pizzo della capanna si intravede l’isola, con la sua gobba dromedaria che sostiene come una sella il forte diroccato di Santa Caterina», scrive l’autrice. Si parla del tonno rosso, dell’importanza della pesca e della mattanza. Non manca un passaggio nelle spiagge più belle, fatte di scorci incredibilmente suggestivi: «Parcheggio in cima alla spiaggia di Cala Rossa e inspiro un’ondata di aromi; da qualche parte nel profumo, timo marino ed erbacce. Appendo le chiavi della mia bici a un cespuglio di euforbia dove pendono altri 10 anelli e seguo ragazze siciliane abbronzate che inciampano giù per la ripida discesa. Non esiste un percorso ufficiale qui, solo bikini e scarponcini da trekking, capelli selvaggi e istinto».
La tappa seguente è Marettimo, «La più vertiginosa e mistica delle Egadi». Poi si passa a Levanzo, per un assaggio di vita autentica con la gente del luogo: «Un archeologo gioviale chiamato Natale – scrive l’autrice – mi porta in cima alla Grotta del Genovese, una grotta buia sopra la quale centinaia di asfodeli color malva, i fiori degli inferi, danzano giù per la collina come gli spiriti scheletrici dei giacinti. Sgranocchiamo pietre e fettine di lichene d’arancia candita, poi camminiamo chinati nell’oscurità. Quando ci rialziamo, siamo nella mente di un uomo delle caverne». L’esperienza della giornalista di Condé Nast alle Egadi si conclude con il ritorno a Favignana: «Riprendo il traghetto per Favignana – si legge – dove Clemente mi porta a pescare con la lenza nella parte orientale dell’isola. “Quando sei laggiù con le creature innocenti, sei in pace”, dice. “Laggiù, non sanno nulla di noi”». Foto: roberto – Licenza.