La Dia di Trapani ha confiscato parte del patrimonio immobiliare e societario riconducibile a Carmelo Gagliano, autotrasportatore 50enne di Marsala: il valore supera gli 1,8 milioni di euro. All'uomo è stata anche applicata la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di dimora per tre anni.
Nessuna condanna per mafia però. Il suo inserimento negli ambienti malavitosi è legato al ruolo di amministratore – in qualità di prestanome – nella società cooperativa di trasporti Afm autofrigo Marsala, riconducibile al mafioso marsalese Ignazio Miceli, il cui patrimonio è stato confiscato dopo la morte dal tribunale di Trapani.
L’Afm è stata al centro di un’inchiesta della Dda partenopea sulle infiltrazioni mafiose nel circuito della grande distribuzione ortofrutticola dell’Agro Pontino, che ha portato alla luce, nel mercato di Fondi (Latina), uno dei principali in Italia, una spartizione degli affari da parte delle organizzazioni malavitose e di una monopolizzazione del clan dei casalesi (l'ala di Francesco Schiavone) per quanto riguarda i trasporti su gomma.
Il camorrista aveva stretto un’alleanza con emissari di Cosa nostra facenti capo a Gaetano Riina, fratello di Totò, da anni residente nel Trapanese. Beneficiario principale dell’accordo sarebbe stato l’impresa "A.f.m." gestita da Miceli e Gagliano. Confiscati terreni, fabbricati, il capitale sociale e il compendio aziendale della società Lgf trasporti srl.