Percorrendo le impervie stradine di Malvagna, piccolo comune della provincia di Messina, ci si imbatte in una costruzione austera, avvolta in un silenzio di lontane memorie. L'edificio, che si affaccia sulla splendida valle dell'Alcantara, è il Convento di San Giuseppe eretto intorno al 1720, per volere di Ignazio Migliaccio, duca di Galizia e principe di Mazzarà . Egli aveva ricevuto il feudo di Malvagna in dote dalla moglie Felicia Lanza e ne aveva fatto un luogo di accoglienza per i frati Minori Riformati. Il Convento di San Giuseppe, rappresenta un importante esempio di artigianato siciliano e appartiene a quelle correnti settecentesche in cui l'arte isolana si distinse con una propria originalità semplice ma non priva di poesia. Il prospetto principale, che comprende la Chiesa e l'accesso al chiostro, è rivolto a sud e si offre alla maestosa vista dell'Etna e della valle sottostante. La parete ortogonale alla facciata, accoglie il portale dell'orto con un arco bugnato sormontato da un prominente concio di chiave. Più solenne è il portale della Chiesa sovrastato dal finestrone del coro; entrambi si ispirano all'austerità del modello romano acceso, tuttavia, dall'intervento baroccheggiante delle doppie volute in pietra lavica. Le due quinte murarie che affiancano la Chiesa, ampliano la loro importanza con le gradinate di accesso ai portali e con il disegno geometrico della pavimentazione. Il chiostro è un ambiente semplice e presenta singolari proporzioni, il colonnato, infatti, circonda uno spazio scoperto di appena 40 mq. Verso la metà del Settecento le venticinque lunette formate dalle volte del porticato, furono decorate con la tecnica dell'affresco da alcuni frati francescani. Le pitture si collocano intorno al 1750 ma, purtroppo, molte di esse non sono più leggibili a causa dello stato di abbandono in cui versa l'edificio. Nel resto del Convento prevale l'umiltà dello stile francescano che possiamo osservare nel refettorio con volta a botte, collocato sul fianco est, nei quattro corridoi e nelle celle riservate ai frati. L'orto, nella parte orientale, esibisce un altro piccolo prospetto su cui spiccano gli stipiti di pietra lavica e dei minuscoli balconcini posti su mensole intagliate. La Chiesa è a pianta regolare e ospita una vasta pala d'altare; il coro, nascosto dalle tradizionali griglie di ferro, è sorretto da un grande arco ed è collegato alla navata da una scaletta addossata al muro. La semplicità della struttura, in passato, era compensata dalla presenza dell'importante altare ligneo ormai quasi inesistente. Attualmente l'interessante edificio religioso si presenta in condizioni piuttosto preoccupanti. E' necessario dunque, accelerare il più possibile gli interventi di restauro che ne arrestino i manifesti segni di degrado e lo trasformino in un centro di attrazione culturale per tutti i paesi del Parco Fluviale dell'Alcantara.
Foto di Barbara Artemis