Salute

Il Coronavirus non ha speranze contro la scienza: il patologo di fama mondiale spiega perché

Nel corso di un intervento alla trasmissione “Che tempo che fa”, il professor Guido Silvestri, capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, ha spiegato perché ritiene che il Coronavirus si possa sconfiggere.

“Sono ottimista perché siamo nel 2020, non siamo nel 1918 ai tempi della Spagnola o ai tempi della Morte Nera nel 1348. Abbiamo un armamentario di risorse scientifiche e tecnologiche impressionante e lo stiamo scatenando contro questo virus come non è mai stato fatto, non è mai stato fatto con tanta sinergia e coordinazione”.

“Probabilmente arriveranno prima i farmaci dei vaccini, i farmaci sono in corso di sperimentazione e sono abbastanza promettenti. Abbiamo farmaci che combattono l’infiammazione. Abbiamo gli anticorpi neutralizzanti contro il Coronavirus, sono 15 in fase di studio pre-clinico. Verranno iniziati dal punto di vista clinico nel corso delle prossime settimane e anche questi sono molto promettenti. Per il vaccino ci vorrà più tempo, penso si arriverà anche a quello”, ha aggiunto.

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“Bisogna essere certi di arrivare ad un vaccino che protegga e non che crei effetti collaterali”.

Per quanto riguarda la possibilità che l’arrivo del caldo possa aiutarci, Silvestri ha detto: “Questo virus è molto difficile pensare che andrà via completamente. Si prenderà una vacanza d’estate, i casi diventeranno quasi assenti, probabilmente rimarrà nell’emisfero meridionale dove c’è l’inverno e poi tornerà”.

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“Ci sono dati difficili da spiegare se non si invoca un fattore climatico: in Italia c’è un gradiente nord-sud molto forte, lo stesso è presente in Spagna, dove l’80% delle infezioni sono al di sopra di Madrid. Qui negli Stati Uniti, il 40% della popolazione che vive più a nord ha l’80% dei morti. Per non parlare di sudest asiatico e nord Africa che sembrano relativamente protetti”.

 

Redazione