Vi sarete sicuramente chiesti anche voi, almeno una volta nella vita, cosa mangiare a Capodanno per avere fortuna. Ogni parte del mondo ha le sue usanze. In Italia, ad esempio, sono gettonatissime le lenticchie, ma non solo. Ecco cosa portare in tavola e anche cosa non portare in tavola, nonché i motivi di queste scelte.
I cibi portafortuna di Capodanno
La tradizione dei cibi che portano fortuna a Capodanno affonda le radici nell’antica cultura greca o romana, ma anche in quella Orientale. A volte, invece, si tratta di semplici rituali contadini che sopravvivono ancora oggi. Anche se non si è superstiziosi, ci si fa coinvolgere: non c’è nulla di male e, anzi, si può scegliere tra tantissime portate. Ce n’è per tutti i gusti.
- Lenticchie. Questo alimento simboleggia i soldi. La forma è tonda e schiacciata, proprio come quella delle monetine, quindi se ne mangiano in abbondanza durante il cenone di Capodanno, in modo da assicurarsi 12 mesi di prosperità. Pensate che ogni chicco è una moneta! Non dimenticate, poi, che le lenticchie sono legumi ricchi di proteine e carboidrati. Sono energetiche, ma povere di grassi. Le origini di questa tradizione sono antiche. Già i Greci e i Romani coltivavano la lenticchia e nell’antica Roma si diffuse l’usanza di mangiarla a San Silvestro.
- Riso. Anche il riso è simbolo di abbondanza e ricchezza. Scegliete il tipo che preferite: è saziante, digeribile e ricco di vitamina B. Se proprio non vi piace, potete comunque spargerlo sul tavolo o anche sistemarlo in ciotoline da mettere in tavola o in tasca, come buon auspicio. Potete preparare un bel portafortuna con 7 chicchi di riso e 7 chicchi di melograno, dentro un sacchetto di panno verde. Per questo alimento non esiste una vera e propria tradizione di Capodanno, ma è comunque un simbolo di abbondanza.
- Carne di maiale. Si tratta di un altro cibo portafortuna da mangiare a Capodanno. Costolette, arista, polpette o cotechino, non fatelo mancare! La tradizione è legata alla civiltà contadina, perché questo animale è sinonimo di abbondanza: del maiale non si butta via nulla. In Paesi come Portogallo, Spagna, Ungheria, Austria e Cuba è un simbolo di progresso, perché non cammina mai all’indietro.
- Peperoncino. Con il suo colore rosso, scaccia via il malocchio. Fin dai tempi dei Maya e degli Aztechi è un rimedio medicinale: la capsaicina che contiene è lenitiva e analgesica. Può essere utilizzato per speziare le pietanze o anche per abbellire la tavola. La tradizione nasce dall’effetto scaramantico. La forma ricorda quella del classico “cornetto rosso” che tanto piace al Sud dell’Italia.
- Bietola. Quando si parla di cosa mangiare a Capodanno, difficilmente viene in mente la bietola. In Paesi come Germania, Stati Uniti e Irlanda, invece, questo alimento, insieme alle verdure di colore verde, è un simbolo di ricchezza e abbondanza. Si tratta di un contorno ideale e, se proprio non vi piace, va bene anche come centrotavola. L’origine di questa usanza è legata al fatto che il colore è quello dei “verdoni”, cioè i dollari.
- Melagrana. La pianta e il frutto, nella mitologia greca, erano sacri e collegati alle dee Giunone e Venere. Ancora oggi è simbolo di fertilità e ricchezza, per i grani rossi. Si tratta di un ingrediente ideale per risotti, insalate e carni, ma anche per piccoli dolci. Per quanto riguarda la tradizione, all’epoca dell’Impero Romano le spose erano solite intrecciare rami di melograno ai capelli come augurio di fecondità. In Turchia è un cibo portafortuna per il suo colore rosso, che simboleggia il colore del cuore, e per i suoi grani che rappresentano invece l’abbondanza e la ricchezza.
- Uva. Si tratta di un simbolo di abbondanza e fortuna. In Messico e in Spagna si mangiano 12 acini allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Secondo la leggenda, a ogni chicco corrisponde un mese dell’anno. L’usanza vuole che si lasci l’anno vecchio e si riceva quello nuovo mangiando 12 chicchi al ritmo dei 12 rintocchi di campana che segnano la mezzanotte. Occhio, perché solo chi riuscirà a mangiare un chicco ad ogni rintocco, avrà fortuna e ricchezza.
- Mandarino. Secondo il Feng Shui cinese, è il portafortuna per eccellenza, grazie alla sua forma tonda che ricorda l’infinito. Il suo colore acceso, inoltre, ricorda quello delle monete. Si mangiano i mandarini, o comunque frutti tondi, per attirare ricchezza e prosperità. L’ideale sarebbe mangiarne 13 (numero legato alla fortuna), oppure 12 (proprio come i mesi dell’anno).
- Frutta secca. A Capodanno non può davvero mancare la frutta secca, ritenuta un portafortuna in tutto il mondo. In Francia, ad esempio, si usa mangiarne di 13 tipi diversi. In Italia ne bastano 7 tipi: nocciole, noci, arachidi, mandorle, datteri, fichi secchi e uvetta. In Sicilia conosciamo bene la bontà dello scaccio. Questa tradizione di mangiare frutta secca arriva dall’antica Roma: per i romani, infatti, la frutta secca era un simbolo benaugurante, soprattutto in vista dei matrimoni. Con il tempo, la buona sorte legata a questi frutti, si è estesa ai festeggiamenti del nuovo anno.
Cosa non mangiare a Capodanno: i cibi da evitare
Ora che sappiamo cosa mangiare a Capodanno, dobbiamo anche sapere cosa non mangiare a Capodanno. Avete proprio letto bene: ci sono degli alimenti da evitare, poiché si considerano malauguranti. Si consiglia, ad esempio, di non servire pollo, tacchino e tutti i volatili in generale. Sapete perché?
Il pericolo, con i volatili, è che la fortuna “voli via”. Per il cenone del 31 dicembre, inoltre, vanno evitate aragoste e gamberi. Banditi anche i gamberi: la ragione risiede nel fatto che camminano all’indietro e potrebbero quindi simboleggiare il “fare dei passi indietro” nel nuovo anno.
Ovviamente, i consigli in merito ai cibi portafortuna per il Capodanno, non sono certo delle regole! Si tratta, appunto, di piccoli consigli, che possono anche divertire, sia che sia scaramantici, sia nel caso contrario. Di certo, c’è che possono essere dei consigli utili per chi è a corto di idee in merito al menù da portare in tavola. Ogni parte dell’Italia e della Sicilia ha le sue tradizioni: ricordate e mantenetele vive, si tratta di un bel modo per non spezzare mai il legame con il passato. Come vedete, tutto il mondo è paese, in questi casi.