Cosa vedere a Raccuja.
- Si tratta di un paese di antiche origini , in cui svetta il campanile della medievale chiesetta di San Pietro.
- Qui si passeggia tra palazzi nobiliari e i quartieri popolari.
- Si cammina lungo piccole strade di collina, tra boschi e prati, alla scoperta di scorci emozionanti e ampie vedute.
Il nostro viaggio in Sicilia ci porta oggi in provincia di Messina, nel cuore dei Monti Nebrodi, per scoprire un borgo dal fascino antico. L’abitato di Raccuja si trova alle pendici di monte Castegnerazza, immerso in un contesto di noccioleti e oliveti che, man mano che si sale di quota, prende l’aspetto di boschi di conifere e impervie balze rocciose. Il territorio del comune è molto vario. Dalle colline basse si sale fino ai rilievi dei Nebrodi, raggiungendo quota 1396 metri nella Serra di Baratta. Arrivando dai monti, il paese sembra essere adagiato verso la fiumara. È un borgo che dal castello normanno scende fino ai quartieri nobili e l’imponente Chiesa Madre.
Il borgo
I quartieri alti e bassi dell’abitato sono articolati in viuzze strette di origine medievale e anche popolare. La parte centrale dell’abitato, invece, è un ibrido architettonico. Accoglie, infatti, chiesette medievali, resti di torrioni normanni, sontuose dimore cinquecentesche e palazzi in stile neo-rinascimentale. In quest’area le vie sono più ampie e tortuose che, inoltre, si aprono spesso in piazze e slarghi, spesso in corrispondenza di chiese e antichi giardini nobiliari (ormai sostituiti da lastricati e piazze). Molto suggestiva è la piazza XXV aprile, circondata da palazzi settecenteschi. Qui vi è una scalinata, sempre risalente al Settecento, interamente in arenaria. Tra l’antico circolo dei nobili e la zona moderna della cittadina si apre l’imponente slargo dell’antico piano di Sant’Antonio (oggi piazza del popolo, chiamato “Chianu Cafè”).
Quando si visita Raccujua, bisogna fare tappa alla Chiesa Madre, un edificio cinquecentesco che domina tutta la parte bassa dell’abitato, alla Chiesa del Carmine, abbellita da un austero portale in pietra arenaria, e alla Chiesa di San Pietro, di origine medievale e costruita intorno all’antica torre araba. Il castello Branciforti è un fortilizio di origine medievale sorto sui resti di architetture di origine romane e islamiche. Spingendosi nelle propaggini occidentali dei Nebrodi, in particolare in un’area che comprende anche i comuni di Floresta e Ucria, oltre che Raccuja, vi sono antiche strutture rurali, le “tholoi“, chiamate “pagliari” dalla gente del luogo. Sono disseminate lungo tutto l’agro raccujese e caratterizzano il paesaggio. Si segnala, inoltre, la Trazzera Regia (la Capo Calavà-Randazzo), della quale rimane il tracciato che va da Fondachello a monte Cucuzza.
Cosa mangiare
Esplorando il territorio vi verrà sicuramente fame. I noccioleti caratterizzano buona parte del territorio raccujese. In passato hanno costituito una risorsa fondamentale nell’economia locale. Dalle coltivazioni delle campagne derivano prodotti come nocciole, uva, olive, grano e funghi. In inverno è diffusa la produzione di salame, pancetta, prosciutti e insaccati vari. A Pasqua si preparano le “collure” e le nuvolette, mentre durante tutto l’anno si trovano dolci a base di nocciole, mandorle e castagne. Per quanto riguarda i primi piatti, imperdibili i maccheroni di pasta fresca, conditi con sugo di maiale.
Foto: Antonino Lenzo