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Scicli è una delle più famose città barocche della Sicilia. Nel 2002 il suo centro storico è stato insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità Unesco, insieme ad altri sette comuni della lista delle Città tardo barocche del Val di Noto.

Nel suo romanzo incompiuto “Le città del mondo”, Elio Vittorini la descrive così: «La città di Scicli sorge all’incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini…». Il territorio di Scicli regala paesaggi vari: dalla costa ai pendii dell’entroterra, con ulivi e carrubbi, per arrivare ai rilievi calcarei.

Storia di Scicli

La presenza umana nel territorio risale al periodo eneolitico, come testimoniano alcuni ritrovamenti nella Grotta Maggiore. La caratteristica conformazione del territorio con la presenza di cave e grotte carsiche, ha favorito la nascita di numerosi insediamenti rupestri. Ritrovamenti archeologici, in particolare i resti di un abitato greco presso la foce dell’Irminio, testimoniano la presenza, o comunque dei contatti di primaria importanza con i greci.

Oltre ai resti greci sono state trovate tracce che testimoniano la presenza dei cartaginesi, presenti nell’isola fino alla conquista romana avvenuta nel III secolo a.C. Sotto il dominio romano Scicli divenne città “decumana”. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente Scicli passò ai bizantini e subì, come altre città dell’Isola, le incursioni dei Barbari. Sotto il dominio Arabo, Scicli conobbe un periodo di notevole sviluppo agricolo e commerciale. Si fa risalire all’anno 1091 il passaggio definitivo di Scicli al dominio normanno per opera di Ruggero d’Altavilla. I Normanni (1090-1195) introdussero il sistema feudale già diffuso altrove, e Scicli ed altre città vicine furono considerate città demaniali. Nel 1093 Scicli viene ricordata come dipendente dalla diocesi di Siracusa.

Ai Normanni successero gli Hohenstaufen. Con la caduta dei Hohenstaufen avvenuta nel 1266, passò sotto la dominazione Angioina. Fu sotto la dominazione aragonese che si formò la contea di Modica, e Scicli ne venne a far parte. Scicli, con un passaggio graduale dal colle al piano, assunse la sua forma topografica tra il XIV ed il XVI secolo. La popolazione era aumentata notevolmente ma la peste del 1626 la ridusse drasticamente. Dopo la peste, anche grazie ad agevolazioni economiche a favore di chi decideva di risiedere in città, si ebbe un nuovo sviluppo demografico, ma il tremendo terremoto del 1693 causò 3000 morti e la distruzione di gran parte della città. Da quelle macerie, Scicli rinacque in chiave barocca, e oggi è caratterizzata da numerosi edifici settecenteschi.

Cosa vedere a Scicli

Sono davvero tante le cose da vedere a Scicli. Sicuramente la via più suggestiva è la via Francesco Mormino Penna. È ricca di palazzi nobiliari in stile neoclassico, dell’800 e 900, oltre che di chiese di gusto tardo-barocco. Spazio, luce e armonia offrono un eccellente esempio di concezione urbanistica barocca. Vi troviamo anche palazzi neoclassici, rococò e liberty.

Tanti visitatori arrivano a Scicli per visitare i luoghi di Momntalbano, come il celebre Palazzo di Città, municipio della cittadina. Nella fiction, il prospetto è il Commissariato di Vigata, mentre la stanza del Sindaco è diventata stanza del questore di Montelusa Bonetti-Alderighi.

  • Palazzi di Scicli: Palazzo Beneventano; Palazzo Fava; Palazzo Spadaro; Palazzo di Città (Municipio).
  • Architetture religiose: Chiesa di San Matteo; Chiesa di San Guglielmo; Chiesa di San Giovanni Evangelista; Chiesa di San Giuseppe; Chiesa di Santa Teresa; Chiesa di San Bartolomeo Apostolo; Chiesa di San Michele; Chiesa di Maria Santissima della Consolazione; Chiesa di Santa Maria La Nova; Cappella Madonna della Grazia; Convento dei Cappuccini; Convento di Sant’Antonino; Convento del Rosario, Complesso della Croce; Complesso del Carmine; Chiesa di Santa Lucia.
  • L’antica città sorgeva sul colle di San Matteo. Verso la metà del XIV secolo vi erano due castelli: il Castellaccio e il Csstello dei tre Cantoni.
  • Siti archeologici: Grotta Maggiore; Necropoli in contrada Ronna Fridda; Cancellieri; Chiafura.

Foto: Maria Calì

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