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Costantemente derisa e schernita dai colleghi, la signora Gabriella Capra denuncia Peppa Pig

Peppa Pig sotto processo: la signora Gabriella Capra chiede un indennizzo di ben 100 mila euro per tutelare se stessa dalla costante presa in giro di amici e colleghi, dovuta al suo cognome.

La notizia, riportata anche dalla Fondazione Nazionale Consumatori è di questi giorni: la signora Gabriella Capra, impiegata di 40 anni in una nota ditta privata, vuole denunciare gli autori del noto cartone animato britannico per aver utilizzato il suo cognome in tivù, e averlo reso oggetto di scherno.

L’omonimia, sia di nome che cognome, con il personaggio del cartoon più amato al mondo, ha portato infatti l’impiegata, ad essere derisa sia da amici che colleghi, e per questo motivo richiede un indennizzo di ben 100 mila euro, che poi, dichiara la Fondazione, verrà devoluto in beneficienza alle associazioni che si occupano di bambini abbandonati.

Gabriella Capra è la figlia del proprietario della dimora estiva di Peppa e della sua famiglia; il suo zio è un cuoco contadino e sua zia gestisce un negozio di souvenir. Il personaggio appare solo in una puntata del 2011, quando Peppa e la sua famiglia decidono di andare in vacanza in Italia; Gabriella non è l’unico personaggio animato e animale della serie, che vede appunto proprio un allegro maialino quale protagonista. Capra infatti non sarebbe, nella finzione, un cognome, bensì la denominazione della famiglia a cui appartiene il personaggio.

Il cartone è talmente conosciuto e apprezzato in Patria, che viene doppiato da attori del calibro di Morwenna Banks e David Graham, e in Italia è mania, Peppa Pig ha sbancato il banco: dal merchandising agli spettacoli teatrali tratti dai disegni animati. Lo spettacolo, per la regia di Claudio Insegno, è arrivato al teatro Duse di Bologna nel primo weekend di maggio, nell’ambito di una rassegna creativa dedicata ai più piccoli. E ormai il fenomeno impazza ovunque, da Rai YoYo alla Rete, con i video di YouTube.

Il cartone è approdato per la prima volta in Italia, nel 2010, e da allora ha conosciuto una crescita inarrestabile; nel mese di settembre dello scorso anno è stato il secondo programma più seguito in assoluto, registrando la cifra record di 143.207 spettatori, battendo reti televisive dalle ‘uova d’oro’ come Real Time. Un successo che oltre ad essere televisivo è anche editoriale: ben 5 milioni sono le copie vendute da Giunti Editore per il fenomeno Peppa Pig, e crescono anche gli ascolti sul canale Fox di Sky, che trasmette le vicende della nota maialina, sia la mattina presto che in seconda serata.

Bambini incollati alla tivù dunque, per un cartone animato i cui episodi constano di semplici sketch di 5 minuti, e che il canale RAI dedicato ai bambini, YoYo, manda in onda per un’ora di seguito.
In poco meno di un anno, il cartone animato nato dal genio di Astley Baker Davies, ha raggiunto un giro d’affari di ben 100 milioni di euro soltanto in Italia.

Un fatturato che va attribuito non soltanto agli episodi televisivi mandati in onda su diversi canali del digitale terrestre, da YoYo a Mya di Mediaset, ma anche ai libri venduti, ai DVD, ai diritti sugli episodi più cliccati su YouTube fino al merchandising, composto sia da gadget che da capi di abbigliamento con stampe su fondo rosa, e al musical in teatro, che solo in Paesi come Inghilterra, Spagna e Australia ha registrato un tutto esaurito «degno di un concerto dei Radiohead», secondo quanto dichiarato sulla stampa internazionale da alcuni impresari del settore.

Un vero e proprio boom che sta attraendo, per forza di cose, anche i più grandi, e che si prospetta già essere più influente sulla cultura di massa, di quanto non lo sia Winnie The Pooh con il suo entourage; una vera ‘vacca da latte’ insomma, nonostante Peppa sia in realtà una maialina, sia per i suoi creatori che per le industrie che vi ruotano intorno, che sta oscurando ormai persino le prospettive redditizie del più noto topolino al mondo, Mickey Mouse.

Autore | Enrica Bartalotta

Staff Siciliafan