Cultura&Spettacoli

Restaurata e riaperta la Cripta di San Domenico di Caltanissetta

La cripta restituita alla Curia e alla città.

  • Cripta di San Domenico di Caltanissetta riaperta dopo i restauri.
  • Grazie ai lavori è stata rimessa in luce l’antica scala.
  • Ripristinati gli intonaci originari e restaurati antichi ambienti e colatoi.

La Cripta della Chiesa di San Domenico di Caltanissetta è stata restituita alla città e alla Curia, dopo un importante intervento di restauro. I lavori sono stati curati dalla Soprintendenza: hanno rimesso in luce l’antica scala che, dalla chiesa, portava alla cripta. Qui è stata collocata una spessa lastra di vetro attraverso la quale è possibile vedere, dal piano superiore, la cripta sottostante con parte della pavimentazione originaria in cotto. Sono stati ripristinati gli intonaci originari e rimosse le cause che provocavano infiltrazioni d’acqua dal sottosuolo. Restaurati, inoltre, i vari ambienti e gli antichi colatoi. Una lapide tombale in marmo, scomposta in più parti, dopo essere stata restaurata, è stata ricollocata per ricordare simbolicamente quanti, nel tempo, hanno trovato sepoltura nella cripta.

Cripta della Chiesa di San Domenico: la storia

Il restauro della Cripta di San Domenico è stato finanziato con risorse F.S.C. 2014-2020 “Patto per la Sicilia”, per 360mila euro. Un progetto integralmente curato dalla Soprintendente dei BB.CC. di Caltanissetta. Chiamata anche “sepoltura grande” (per distinguerla dalle sepolture gentilizie che si trovavano superiormente, all’interno della chiesa), è stata realizzata nel 1758. Occupa quasi interamente lo spazio sottostante la navata centrale della chiesa domenicana. Il grande spazio sotterraneo è suddiviso in vari ambienti, separati da un ampio corridoio centrale, destinati alla sepoltura dei defunti.

All’interno dei vani sono presenti tre tipologie di “colatoi” in uso al tempo: quelli costituiti da sedili in muratura aventi un foro al centro ove si raccoglievano i resti organici, altri con sostegni laterali in muratura e ripiano superiore realizzato con “catusi” in terracotta, dove il defunto veniva collocato in posizione supina ed infine piccole nicchie dove il cadavere veniva posto in piedi fino alla completa decomposizione organica. Originariamente alla cripta si accedeva direttamente dalla chiesa dove si trovava anche una cappella della quale oggi restano poche tracce. A metà del ‘900, infatti, a causa di un cedimento di parte del pavimento della chiesa soprastante, crollò la volta che fu impropriamente sostituita da un solaio sostenuto da pilastri in cemento armato. In questo spazio, cui si accede attraverso l’ingresso esterno della cripta è stato collocato un servoscala per consentire l’accesso anche ai portatori di handicap.

Redazione