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02San Vito fu un giovane cristiano che venne martirizzato per aver professato la sua fede cristiana.
Viene ricordato infatti anche come San Vito martire o San Vito della Lucania, e viene festeggiato come Patrono in molti comuni d’Italia, il giorno 15 giugno e 20 marzo.

Non si hanno dati storicamente certi sulla sua origine, ma la tradizione lo vuole nato in Sicilia da padre pagano. Secondo una passio del VII secolo, Vito, che all’epoca era soltanto un bambino, aveva già compiuto diversi miracoli, che indispettirono il padre e il preside Valeriano, che lo fece arrestare. Una volta in carcere subì torture e sevizie, ma la tradizione vuole che venne liberato da un angelo e che, una volta scarcerato, si sia recato in Lucania per continuare il suo apostolato.

Acquistata ulteriore fama presso i fedeli, Vito venne condotto a Roma, dove aiutò l’Imperatore Diocleziano a liberare dal demonio il proprio figlio. Ma una volta completato il miracolo, Diocleziano si scagliò su di lui e lo fece imprigionare e uccidere.
Un'altra leggenda lo vede protagonista a Regalbuto, dove avrebbe incontrato dei pastori che lo chiamarono in aiuto perché un branco di cani avevano sbranato il corpo di un povero bambino; il Santo, richiamati i cani, ridonò quel corpo alla vita. Oggi, sul luogo in cui si dice San Vito si fermò a riposare, sorge l’attuale Chiesa dei Cappuccini, e da quel momento in agosto, anche Regalbuto festeggia San Vito martire.

Si dice che dopo il martirio, le ossa del Santo furono gettate nel fiume Sele, ma è molto più probabile che sia stato seppellito accanto alla chiesa di San Vito al Sele (presso Eboli), come testimoniano i molteplici ritrovamenti. Molti sono i dunque anche i comuni della valle del Sele che dedicano al Santo il culto della loro Cristianità.
Al racconto originario della passio, col tempo si aggiunsero varie leggende relative alle translationes delle sue reliquie in diverse chiese e monasteri d’Italia. Si presume che alcune di esse, siano infatti custodite presso la chiesa Collegiata di Sant'Ambrogio di Omegna (VB), e che vengano portate solennemente in processione l'ultimo sabato di agosto. Sempre ad agosto, presso Santo Stefano del Sole (AV), vengono festeggiate le reliquie del Santo, che si crede siano state ivi deposte.

San Vito, è anche noto e caro alla Chiesa Ortodossa Serba e a quella Bulgara; è protettore dei danzatori e nel Medioevo, venne inserito nel gruppo dei ‘santi ausiliatori’ coloro cioè che venivano invocati, allo scopo di richiedere una guarigione per intercessione, da patologie quali la Corea di Sydenham, una forma di encefalite che venne poi nota appunto come ‘ballo di San Vito’, dall'idrofobia, da malattie degli occhi (in slavo ‘vid’, cioè vista) e dalla letargia.

Caratteristici sono i festeggiamenti della comunità francoprovenzale di Celle di San Vito, in provincia di Foggia, che portano in processione, il 15 giugno, le statue di San Vito e dei Santi Modesto e Crescenzia (precettore e nutrice di San Vito, che con lui portarono avanti l’apostolato), fino al Santuario, sito a 1030 metri di altitudine. Dello stesso giorno, sono caratteristici anche i festeggiamenti presso Pagani, in provincia di Salerno, dove alla Santa Messa e alla ‘via crucis’, con le tappe del martirio, viene organizzata una sagra di prodotti locali; grandi festeggiamenti anche a Polignano a Mare, provincia di Bari, dove San Vito è patrono, e a Banzi, in provincia di Potenza. In Sicilia, San Vito viene celebrato a Ciminna, in provincia di Palermo, a Burgio, in provincia di Agrigento e a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, presso la Riserva dello Zingaro.

La festa del 15 giugno di Ciminna è preceduta dai cinque martedì (i martiri di Santu Vitu) in cui si svolgono le sante messe, mentre il giorno 15 è dedicato a una breve processione. La festa principale si svolge infatti ogni anno durante la prima domenica di settembre, a ricordo dell'arrivo delle reliquie dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia. In quell’occasione, il simulacro del Santo viene portato dalla Chiesa di San Francesco d'Assisi alla Chiesa Madre, e il lunedì successivo dalla Chiesa Madre al Santuario di San Francesco. L’episodio del 1972, viene poi ricordato attraverso una caratteristica processione figurata, in cui circa 200 personaggi, in costume d’epoca romana, ricordano la vita, il martirio e l'arrivo delle reliquie a Ciminna.

Presso la cittadina marinara di San Vito Lo Capo, il santo martire viene festeggiato tramite la ricostruzione del suo ‘sbarco’: al calar della sera del giorno 15 di giugno, una barca, scortata dai pescherecci della marineria locale, porta i tre figuranti di Santa Crescenza, San Modesto e del piccolo San Vito (che viene generalmente scelto tra i bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione nell'anno) fino alla costa. Allo sbarco sulla spiaggia, li accoglie un mini spettacolo pirotecnico che segna l'inizio del corteo, che porterà i tre figuranti attraverso le strade della cittadina e fino al Santuario, alla presenza delle autorità, militari e civili.
Subito dopo inizia la processione religiosa, che porterà, sino a notte tarda, la statua del piccolo martire in giro per le vie del paese fino ai fuochi d’artificio, che decretano la fine dei festeggiamenti.

Autore | Enrica Bartalotta