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01Madonna della Lettera è uno degli appellativi utilizzati per definire e appellare Maria, madre di Gesù, nelle molteplici venerazioni dedicatele dalla religione cattolica. La Madonna della Lettera è la santa patrona di Messina, di Palmi (RC) e di Finale (PA).

Secondo la tradizione, San Paolo, giunto a Messina per predicare il Vangelo, trovò la popolazione ben disposta a lasciarsi convertire al Cristianesimo. Quando dovette ripartire per la Palestina, il Santo si ritrovò con una delegazione di messinesi che voleva conoscere la Madonna di persona. Essi recarono con sé una missiva, nella quale professavano la loro fede e richiedevano la protezione della Madonna.
Maria, in risposta alla missiva, allegò una ciocca dei suoi capelli, assicurando loro la sua perpetua protezione. La ciocca capelli è custodita presso il Duomo di Messina, incastonata nell'albero di un piccolo galeone in argento, e viene esposta nel giorno del Corpus Domini.

Il culto della Madonna della Lettera nacque però solo nel 1716, anno in cui il monaco Gregorio Arena portò a Messina una traduzione dall'arabo della lettera originaria della Santa. Da allora, la città di Messina festeggia la Madonna ogni 3 giugno, con un’affollata processione per le vie della città, in cui la statua, esposta presso il fercolo in argento, viene portata a spalla dai confrati e seguita da un lungo corteo di fedeli e curiosi. Essa si sposta dalla cappellina dell’altare di S. Placido, presso cui è posta solitamente, per essere collocata sotto l’arco trionfale presso l’altare maggiore del Duomo. Nella mattinata viene esposta, solo e soltanto in questa occasione, anche la “Manta d’oro”, manufatto in oro massiccio che ricopre il quadro della Madonna della Lettera. L’opera è una delle più preziose del comprensorio del Tesoro della Cattedrale, ed è stata eseguita nel Seicento dal toscano Innocenzo Mangani, tramite una spesa di ben trentamila scudi.

Il 15 agosto si svolge, sempre a Messina, anche un’altra festa legata al culto della Madonna, nonché uno dei più importanti eventi folklorici-religiosi d’Italia. Una grande macchina piramidale viene posta al centro di Piazza del Duomo: è la ‘vara’, realizzata nel XVI secolo in cartapesta e legno. Poggia su due grandi pattini d’acciaio e rappresenta l’Assunzione al cielo della Vergine. È assistita nel suo percorso da migliaia di devoti che, vestiti di bianco e a pieni scalzi, inneggiano alla Madonna. La Processione della Vara si festeggia anche a Palmi e a Randazzo.

Il culto della Madonna è legato a Palmi tramite un fatto storico. Nel 1575 scoppiò a Messina un’epidemia di peste che causò la morte di oltre 40.000 persone. I cittadini di Palmi, accolsero quanti fuggirono dalla città e mandarono aiuti in generi alimentari ai sopravvissuti rimasti in città. Superata la calamità, la città di Messina volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, uno dei capelli della Madonna, come ringraziamento per i mille sforzi operati dalla popolazione. Da quel momento, anche a Palmi cominciò il culto della Madonna, appellata col titolo "della Sacra Lettera", e si adottò l’Effigie nera avvolta in una manta d'argento, simile a quella venerata a Messina. La Sacra Congregazione dei Riti elesse, nel settembre 1733, la Madonna della Lettera quale patrona della città, fissando la data ufficiale della venerazione all'ultima domenica di agosto.

A Finale, il culto arrivò tramite il casato dei Ventimiglia, proprietari feudali delle Madonie, che sostavano nella cittadina durante il periodo estivo. Essi erano strettamente imparentati con la famiglia nobile dei Moncada di Messina, molto devota alla Madonna. La tradizione vuole che al matrimonio, la promessa sposa della famiglia Moncada portò in dote un quadro raffigurante la Madonna della Lettera.
Dal culto della Madonna della Lettera viene la tradizione, diffusa soprattutto a Messina e Provincia, dei nomi Letterio e Letteria (abbreviazioni di Lillo e Lilla).

Foto di Alfredo Colombo 

Autore | Enrica Bartalotta