In Italia, il numero dei crimini informatici è notevolmente aumentato nel corso dell’ultimo anno. Molti esperti di cybersecurity attribuiscono questo aumento di alcuni tipi di criminalità alla pandemia di COVID-19.
All’interno del nostro Paese si sono verificate situazioni simili a quelle di altri luoghi in tutto il mondo e le organizzazioni (oltre che i cittadini) hanno dovuto organizzarsi per far fronte a questa minaccia. La sicurezza informatica è sempre più una priorità per il governo, le aziende e gli individui.
All’interno di questo articolo andremo a esaminare quali sono state alcune metriche importanti che hanno reso l’Italia nell’ultimo periodo il paradiso degli hacker. Vedremo, infine, alcuni consigli per difendersi dai principali attacchi.
Il CyberEdge Group 2021 Cyberthreat Defense Report (CDR) fornisce i risultati delle interviste con i professionisti della sicurezza in varie regioni del Mondo. La ricerca ha rilevato che nell’ultimo anno l’87,8% delle organizzazioni italiane ha subito un attacco informatico, rispetto all’85,7% del 2020.
Il rapporto CyberEdge ci dice anche che quasi due organizzazioni italiane su tre sono state colpite da un attacco ransomware negli ultimi dodici mesi. Questa percentuale è scesa dal 64% dell’anno scorso e l’Italia ora ricopre il dodicesimo posto nella classifica anziché il sesto come l’anno precedente.
Le aziende italiane spendono poco più del 10% del proprio budget IT in sicurezza. Ciò rappresenta una diminuzione di circa il 2% rispetto al 2020. Rispetto ad altri Paesi, l’Italia si trova in fondo alla classifica.
Uno studio sulle minacce informatiche finanziarie ha rilevato che l’Italia è stata il sesto Paese più attaccato con l’utilizzo di malware bancari nel 2020. È stata colpita dal 3,3% del totale degli attacchi mentre la Russia ha subito il 26,6%, seguita da Germania (4,5%) e Kazakistan (4,1%).
Un altro studio ha esaminato la velocità con cui gli utenti in vari Paesi hanno affrontato gli attacchi di malware del mobile banking. Nel 2020 l’Italia è stato il quarto Paese più attaccato, dietro solo a Giappone, Taiwan e Spagna. Tuttavia, nel 2021, l’Italia non era tra i primi dieci obiettivi più comuni, con la percentuale di utenti interessati che è scesa dallo 0,71% a solo lo 0,08% nel terzo trimestre del medesimo anno.
Il Sophos State of Ransomware Report 2021 fornisce maggiori indicazioni sugli attacchi ransomware che hanno colpito le organizzazioni italiane. Quasi il 40% degli attacchi è stato interrotto prima dell’inizio della crittografia dei dati. Tale statistica ha posizionato l’Italia tra i primi tre paesi dietro la Turchia (51%) e la Spagna (44%).
Degli attacchi ransomware italiani studiati, Sophos ha rilevato che le organizzazioni hanno riscontrato danni solo nel 6% dei casi.
Un’altra statistica chiave fornita da Sophos è il costo medio per rimediare a un attacco ransomware: per le aziende italiane nel 2021, quella cifra è stata di ben $ 680.000. Solo sei dei 26 paesi avevano costi inferiori.
Le violazioni della sicurezza informatica sono in costante aumento e, mentre i progressi tecnologici hanno reso facile per le organizzazioni aggiornare le proprie misure di sicurezza, hacker malintenzionati ora utilizzano strumenti sempre più sofisticati. Ciò significa che oltre ad attuare rigorose politiche di sicurezza informatica, è necessario anche adottare misure proattive per ridurre i rischi di essere coinvolti in un attacco.
Ecco alcune azioni che puoi implementare per proteggere la tua azienda dagli attacchi informatici: